Gianfranco Fini nel giorno della memoria al Museo ebraico di Roma ha rievocato qualche ricordo di famiglia. “Mia nonna era di Ferrara, si chiamava Navarra e ha trasmesso a mia madre un candelabro che somiglia tanto ai vostri”, ha detto il presidente della Camera secondo quanto scrive Claudia Terracina sul Messaggero.
E ancora: “Il ricordo del candelabro a otto bracci, ecco cos’era quello che nella mia infanzia credevo un giocattolo, pur prezioso. Era una fila di otto seggioline, di argento brunito, che potevano contenere candele, l’unico oggetto che mia madre conservava di mia nonna, che era di Ferrara”.
Alessandro Ruben, deputato Fli e consulente per le questioni estere di Fini ha spiegato, riporta ancora Il Messaggero: “Dovrebbe essere una channukkà. Gli ebrei a dicembre accendono ogni sera una candela per celebrare il miracolo dell’olio per i lumi del Tempio che nonostante fosse quasi esaurito durò per otto giorni”.