Altro che icone maschie, ritornelli nostalgici e inni al leader. La scelta dell’icona musicale dei finiani parla più di un programma politico, più dello statuto del partito (che al momento ĆØ ancora nella fase “lavori in corso”). Fli ha scelto Mika, cantante inglese di origine libanese noto per i suoi falsetti. Ragazzo dall’immagine emaciata (e dalla vocalitĆ Ā femminea) noto per essere arrivato al successo cantanto “I try to be like Grace Kelly”, che per chi non conoscesse l’inglese significa “Provo a essere come Grace Kelly”. Insomma Mika, se non fosse chiaro, ĆØ l’ospite ideale dl Gay Village, non della festa degli exPdl, ex An, ex Msi, di quelli che fino a qualche anno fa, se li chiamavi neo-fascisti sorridevano compiaciuti.
Scegliere come icona musicale un cantante che indossa solo pantaloni attillati ĆØ la cifra distintiva del cambiamento antropologico della nuova destra. Libertaria, sensibile ai diritti civili, devota alla cultura legalitaria. Addirittura Gay-friendly. “Noi libertari – scrive Daniele Priori nella rubrica settimanale sul Secolo d’Italia – non siamo fighetti. Noi siamo liberi. E allora invitiamo pure Mika nella nostra bottega delle idee. Anzi: ripartiamo dalla sua musica. Fuori dalla portata dei pedanti parrucconi della cultura ufficiale, quanto dalle veline prese a osannare il disimpegno frivolo di Lady Gaga”. “Nell’ultimo singolo “Kick ass”, Mika dice a chiare note: ‘Siamo giovani, siamo forti. Non stiamo cercando il nostro posto nel mondo'”.
E che Mika sia. Con buona pace dell’elettorato di destra un po’ in etĆ , che Mika non sa neanche chi sia, che magari a Mirabello ci voleva andare con la camicia nera. No, invece, niente di più sbagliato perchĆ© questa nuova generazione di destra non ĆØ più quella nostalgica e un po’ cialtrona, ma raffinata, colta. Quasi liberal. Altro che camicia nera, a Mirabello sarĆ d’obbligo la giacca di lamĆ©. Sperando che nessuno, una volta sotto il palco, gridi: “Fini, di’ qualcosa di destra”.
