Il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, nella sua dichiarazione di voto al Senato sulla “legge bavaglio”, ha citato vari pareri a sostegno della sua convinzione sulla bontà della legge che limita la pratica e la diffusione delle intercettazioni. Ha scelto citazioni provenienti da personaggi in genere estranei al Pdl se non di accesa contrarietà alle posizioni berlusconiane.
Non tutti hanno gradito e qualcuno, Pisapia, ha smentito e replicato.
Le citazioni di Gasparri. Colombo: “Le intercettazioni in tanti casi sono assolutamente necessarie, ma non in tutti. Ci sono tanti altri casi in cui in alternativa si può ricorrere ad altri strumenti investigativi, per esempio le indagini bancarie o patrimoniali, ma questi sono più faticosi e più dispendiosi”.
Pisapia: “Le intercettazioni sono necessarie, ma vanno usate meglio. In Italia se ne fa un abuso, e vengono intercettate anche persone che non hanno nulla a che vedere con le indagini. La privacy va assolutamente tutelata, da questo punto non si scappa”.
Ostellino: “Che le intercettazioni siano utili per combattere il crimine è indiscutibile. Ma è anche indiscutibile che siano pericolose se usate per denunciare l’immoralità (i vizi non sono reato). Circoscrivere la malattia all’utilizzo delle intercettazioni, da parte della magistratura, e alla loro divulgazione, da parte dei media, è, però, riduttivo. Il male oscuro di cui soffre la nostra democrazia è una «malattia dell’anima » degli italiani”.
Secca e tempestiva la replica di Giuliano Pisapia, avvocato ed ex presidente della commissione Giustizia della Camera, che ha accusato Gasparri di “strumentalizzare” le sue parole: “Quello che io ho dichiarato in una mia intervista diverso tempo fa evidentemente è stato completamente frainteso dal capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. Io non ho mai detto di condividere questo ddl che, anzi, trovo profondamente sbagliato e controproducente. Evidentemente ha frainteso le mie parole, perché sono mesi che vado dicendo come questa legge non risolva i problemi, ma, anzi, li aggravi”.
