GENOVA – Le Primarie per il candidato del Pd alle elezioni regionali si svolgeranno domenica 11 gennaio 2015. Il Pd in Liguria vedrà consumarsi un sanguinoso scontro fra uno degli uomini più capaci della sinistra in Italia, Sergio Cofferati, e un sistema di potere che rappresenta la versione più attuale e più deteriore del compromesso storico, impersonato dalla attuale assessore all’Ambiente Raffaella Paita, sulla quale si proietta l’ombra del suo patrono Claudio Burlando, presidente in uscita sull’onda delle alluvioni. Il momento per Genova e per la Liguria è grave. Secondo Ferruccio Sansa del Fatto,con le Primarie di domenica 11 gennaio 2015 “si gioca il futuro della Liguria”.
Lo scontro è tutto locale, ma i riflessi nazionali ci sono. I due ministri liguri si sono schierati: a favore della Paita quello della Difesa, Roberta Pinotti, a favore di Cofferati quello della Giustizia, Andrea Orlando. E Matteo Renzi che ne dice, si chiedono in tanti. Renzi, secondo Jacopo Jacoboni della Stampa, “non ci ha messo granché la faccia” ma, secondo Daniela Preziosi del Manifesto,
“al Nazareno in molti sono pronti a giurare che una vittoria di Cofferati, persino il ’nemico interno’ Cofferati, a Renzi non dispiacerebbe affatto”.
La coppia Paita-Burlando non sembra essere andata tanto per il sottile e ha ingaggiato, a sostegno di Raffaella Paita, ex An, ex fascisti.
“Stanno con Paita anche tanti ex fascisti”, ha detto Sergio Cofferati a Jacopo Iacoboni: “Gente come Orsi, che anni fa abbandonò il palco di Scalfaro un 25 aprile. O come Arrigo Petacco: c’è un manifesto di intellettuali per la Paita e sapete il più noto chi è? Lo storico revisionista su Mussolini. […] L’alleanza c’è eccome; e c’è uno stravolgimento delle primarie, che non sono più uno strumento per gli elettori di centrosinistra, ma per i pacchetti di voti del centrodestra per scegliere il candidato meno sgradito. L’Ncd ha detto apertamente che porterà gente al voto per Paita”.
Sarà interessante vedere l’effetto sull’elettorato di sinistra di queste infiltrazioni di destra. Genova, medaglia d’oro della Resistenza, nel 1960 fece cadere il Governo Tambroni che aveva un “appoggio esterno” dal Msi di Giorgio Almirante. La città prese fuoco perché tra i presenti c’era l’ex prefetto Basile, il prefetto della Repubblica di Salò. I portuali, i camalli, con il loro ganci per agguantare le balle dalle gru, tennero a bada per due giorni alle cariche della Celere. Se tutto questo sarà scivolato sull’unto dei contributi alle bocciofile elargiti a piene mani da Burlando vorrà proprio dire che l’Italia è diventata un’altra cosa. Un po’ peggio per i genovesi, ma quello si saranno meritati. Quel che è peggio è che oggi non si parla più solo di ex fascisti, ma di voto di scambio e famiglie calabresi.
Ferruccio Sansa ha lanciato più volte l’allarme dalle pagine del Fatto:
“Le primarie rischiano di non essere decise dagli elettori di centrosinistra, ma da scajoliani ed ex An scesi in campo per sostenere Paita (candidata sponsorizzata da Claudio Burlando): alcuni indagati per voto di scambio o con frequentazioni tra famiglie calabresi al centro di inchieste”. Il cinismo di Burlando fa gelare: “Ben vengano nuovi elettori. Ci siamo sempre lamentati quando scappavano gli elettori e ora ci lamentiamo perché ne vengono di nuovi?”.
Da sinistra c’è una speranza, che molti elettori di Beppe Grillo si schierino dalla parte di Cofferati. Riporta Sansa questa frase di un seguace del M5s: “[Si rischia di] perdere un’occasione storica per salvare la nostra terra. Non solo: faremmo da tappo all’opposizione e alla fine saremmo i garanti della vittoria di burlandiani e scajoliani. La responsabilità sarà nostra”.
Le Primarie della Liguria sono diventate di prepotenza un tema nazionale. Ava Zunino su Repubblica riferisce gli interventi della
“minoranza dem guidata da Gianni Cuperlo, Pierluigi Bersani e Sefano Fassina che alza il tiro e scatena le polemiche contro la candidata renziana Raffaella Paita, per i voti annunciati dal centrodestra”.
Ava Zunino riporta anche le parole di Cofferati, ultimo appello agli elettori in un teatro del centro di Genova:
“Il rischio è un inquinamento del voto. Deve intervenire la segreteria nazionale per evitare di compromettere la legittimità del voto: il rischio di inquinamento delle primarie della Liguria ha rilievo nazionale”.
Il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini, riferisce Daniela Preziosi sul Manifesto,
“non ha preso posizione. E anzi ha discretamente invitato il partito ligure a risolversi i suoi guai da solo. Del resto si capisce: da sempre Renzi teorizza la ricerca dei voti della destra, non solo nelle primarie. E l’Ndc è un alleato fedele, ridotto al lumicino e prossimo all’esclusione dal consiglio regionale; che quindi potrebbe essere recuperato nel listino e nella futura giunta regionale. Tutto il contrario di quello che pensa Sergio Cofferati, che esclude la coalizione con gli alfaniani e non fa mistero di voler — da Genova — dare un segnale nazionale in direzione del centrosinistra; ed infatti è sostenuto da Vendola e Pippo Civati anche per questa ragione.
“Sulla questione già incandescente però arriva la classica goccia che fa traboccare il vaso. Sbarca in città la ministra Pinotti (per la cronaca e per la memoria: terza classificata alle primarie genovesi del 2012), renziana di rito franceschiniano, a dare il suo supporto a Paita. A chi le chiede delle alleanze risponde con il sillogismo stringente delle larghe intese romane: «L’Ncd è nostro alleato di governo, Sel è all’opposizione». Con ciò rovesciando l’arco costituzionale delle primarie di centrosinistra. Un clamoroso autogol.
È a questo punto che ieri in serata, mentre i candidati sono impegnati nei comizi di chiusura, arriva la posizione del giurì delle primarie: gazebo vietato (almeno) ai dirigenti e tesserati dei partiti di destra. Con ciò sconfessando nei fatti le pratiche disinvolte dell’assessora.
“E pure sconfessando le parole della ministra Pinotti. Che per di più sembravano aver portato da Roma anche il «timbro» renziano sulla candidata burlandiana. Niente di più falso. In Liguria molti dei renziani della prima ora, capeggiati dal sindaco di Savona Federico Berruti, si sono schierati con Cofferati. Anche il franceschiniano Davide Sassoli, Areadem, sta con lui. E da ultimo è arrivato l’endorsement ’di peso’ del ministro Andrea Orlando, leader dell’area ’ turca’. Che ha invitato a «evitare strumentalizzazioni nazionali», come dire: la sinistra interna ed esterna eviti di puntare su Cofferati per una rivincita, ma nessuno pretenda di esportare il modello delle larghe intese in regione.
“Sbaglia anche chi si illude che Renzi tifi Paita. La rottura fra il premier e il governatore in carica risale alle polemiche del dopo-alluvione. Alle primarie liguri Renzi non si è schierato. Fra Cofferati e Paita la partita è aperta e incerta. Ma al Nazareno in molti sono pronti a giurare che una vittoria di Cofferati, persino il ’nemico interno’ Cofferati, al premier non dispiacerebbe affatto”.
La situazione alla vigilia del voto, come la racconta Ava Zunino, è questa:
“Il centrodestra di Ncd e gli ex Pdl e Fi lanciano appelli a favore di Paita, quarantenne, prima donna del Pd a tentare di diventare presidente della Regione. Cofferati incassa il fuoco di fila di big nazionali, tutti esponenti della minoranza, che lo sostengono e invocano le barricate contro quella che viene definita “un’invasione di campo”. Parla anche il presidente di Sel Nicky Vendola, che sceglie twitter per dire: «Inaccettabile l’inquinamento delle primarie liguri con i voti della destra». E Bersani su Facebook: «Quando ho lasciato la segreteria del Partito democratico ho detto che dovevamo stabilire se il Pd voleva essere un soggetto politico autonomo o uno spazio politico aperto alle incursioni di chiunque». Ma non è tardi, dice Bersani: «C’è da augurarsi che, salvaguardando l’apertura e la partecipazione, ci siano ancora il tempo e la forza per reagire». Cuperlo scrive che: «La pesante intromissione del centrodestra nelle Primarie liguri non solo non rispetta i confini della coalizione del centrosinistra definiti dal Pd regionale e accettati dai candidati, ma snatura e mina la legittimità delle Primarie: si impedisce agli elettori e ai simpatizzanti del centrosinistra di scegliere il proprio candidato presidente sulla base di valori condivisi e comuni». La guerra si gioca in Liguria ma guarda a Roma”.
Tra Roma e Genova hanno fatto un bel casino:
“L’ala che sostiene Cofferati, da Sel (che si è schierata ma non ha aderito alle primarie di coalizione) al segretario regionale Giovanni Lunardon, le ha provate tutte per lasciar fuori Ncd ed ex del centrodestra. Ha anche chiesto al comitato dei garanti delle primarie di indicare chi non ha diritto di voto. Il comitato si è espresso, ma poi ha dovuto rimangiarsi metà del verdetto. Ha escluso i dirigenti ed esponenti dei partiti che non fanno parte della coalizione. Aveva anche disposto di rendere pubblico l’elenco dei nomi di coloro che domani andranno a votare. Apriti cielo. Ennesima rissa. Telefonata alla segreteria nazionale: non potete, non è una questione politica ma legale. Quei nomi per la privacy non possono essere pubblicati”.