ROMA – Due lettere, scritte dalla stessa mano, indirizzate a diverse persone, e con un timbro decisamente opposto. Sono quelle di Gheddafi ad Obama e Sarkozy. Il leader libico scrive per scongiurare l’attacco in Libia, ma forse troppo tardi. Notate le differenze nel tono e nell’uso delle parole tra le due lettere:
Lettera di Gheddafi ad Obama: “A mio figlio, l’onorevole Barack Hussein Obama. Che Dio ci perdoni ci fu una guerra tra Libia e America, tu però rimani mio figlio e io vorrei sempre amarti. Io non voglio cambiare l’immagine che ho di te. Tutti i libici sono con me, pronti a morire, anche donne e bambini. Noi stiamo combattendo solo contro al Qaeda. Facciamolo insieme.
Lettera di Gheddafi a Sarkozy, Cameron e Ban ki-Moon: “La Libia non è vostra. La Libia è per i libici. La vostra è una terribile oppressione, una cruda aggressione. Non avete il diritto di intervenire nei nostri affari interni. Chi vi ha dato questo potere? Sarete distrutti se interverrete qui. Non è il vostro paese.”
Come detto sono due lettere completamente diverse scritte dalla stessa persona. C’è poi un’altra considerazione. Gheddafi ha scritto praticamente a tutti, e a Berlusconi? No. Forse perchè si sente tradito, perchè erano amici, perchè quando veniva in Italia Gheddafi era sempre trattato come un re, come una celebrità , con tanto di baciamano.
Adesso l’amicizia sembrerebbe essere giunta al capolinea, tanto che neanche si scrivono più. Ci ha provato Berlusconi a difenderlo, lo fa anche adesso mentre la Libia viene bombardata, eppure i rapporti non possono essere più ricuciti. Invitarlo a Roma, fargli portare la sue donne, i suoi cavalli, fargli dire frasi offensive proprio per le stesse donne, oppure fargli dire che presto l’Europa sarà islamica, evidentemente non è bastato. Mancava qualcosa, qualcosa che sta alla base di ogni rapporto: la fiducia.