Non sempre gli anni portano saggezza: Gianni Morandi, l’eterno bravo ragazzo della canzone italiana, stavolta mostra proprio di non aver capito. Ne ha fatte e dette e cantate mille nella sua vita, sempre simpatiche. Ma per dirla con le parole di uno dei suoi testi “una su mille ce la fa”, anzi una su mille ce l’ha fatta ad essere una boiata pazzesca, una stupidaggine, un bel concentrato di superficiale approssimazione, un frullato misto e pieno di inconsapevolezza. Una su mille, l’ultima. Ha detto Gianni Morandi: “Dovresti tutti fidarvi di noi perché terremo conto della sensibilità di tutti”. Si mostrava stupito Morandi e riferiva dello stupore suo e di Gianmarco Mazzi, organizzatore del Festival di Sanremo, di fronte allo stupore altrui, Cda della Rai compreso, per la brillante idea di una serata allietata dalle note di Bella Ciao e Giovinezza allineate in medesima colonna nazional-popolare.
A Morandi e Mazzi era sembrata una trovata perfetta, inattaccabile e geniale. Perché perfetta? Perché fa spettacolo. Dice infatti Mazzi: “Lavoriamo da tanti anni nello spettacolo”. E questa “patente” dovrebbe bastare. Se è spettacolo, è buono per definizione, no? Dicono Morandi e Mazzi di “aver letto i giornali il giorno dopo con sorpresa”. Con sorpresa forse sì, ma di sicuro senza profitto. Avessero letto l’ultima frase di Massimo Gramellini su La Stampa “Vi sembrerà incredibile, ma non tutto fa spettacolo nella vita”, avrebbero evitato il giorno dopo di esibire il passaporto di “gente dello spettacolo” come buono per varcare ogni frontiera. Oppure, se quella frase l’hanno letta, hanno deciso di dar ragione a Gramellini: a loro sembra incredibile che non tutto nella vita faccia spettacolo e show.
Trovata, idea inattacabile perchè, per dirla con Morandi: “Si teneva conto delle sensibilità di tutti”. Cioè si “lottizza” lo spazio canzoni: Bella Ciao agli antifascisti, Giovinezza ai non antifascisti, Va Pensiero ai leghisti… Morandi spiega che era lottizzazione ampia e completa: c’era Mamma per i cattolici e i difensori della vita secondo romana Chiesa, O sole Mio per i meridionali… Idea geniale perché tutto questo è Italia e una canzone per uno non fa male a nessuno.
“Siamo persone responsabili” dice Mazzi. “lavoriamo in buona fede” aggiunge Morandi. Ed entrambi giurano: “Noi non facciamo politica”. Eccolo il concentrato di inconsapevolezza, vanno entrambi perdonati perché letteralmente non sanno quello che fanno e neanche tanto quello che dicono. Non ci arrivano a vedere la differenza tra O sole Mio e Giovinezza, non ce la fanno. Non riescono ad immaginare l’effetto dell’inno fascista, dello squadrismo fascista in tv, così tanto per sorridere e canticchiare. Non ci arrivano a dubitare della irresponsabilità culturale di fare della storia un “karaoke” come scrive con felice sintesi Aldo Grasso sul Corriere della Sera. E chissà cosa sarà mai per loro quel “far politica” da cui prendono sdegnosamente le distanze.
Volevano forse dire che non fanno propaganda e campagna elettorale. Certo, ci mancherebbe altro. Non fanno “politica” ma fabbricano e cantano ignoranza. Morandi che in gioventù era di sinistra e Mazzi che in gioventù fu di destra. Pensano in assoluta buona fede di essersi emancipati, di esser diventati adulti e professionisti. E non si accorgono di essere entrambi diventati esempi clamorosi dell’analfabetismo di ritorno, analfabetismo civile, storico e perfino professionale. Hanno una sola grande attenuante, che però non vale un alibi: il paese in cui vivono.