
Una volta per fare i “golpe” ci volevano i carri armati o almeno i “Colonnelli”, quelli in divisa. Nell’estate del 2010 per gridare al “golpe” basta una telecamera di telegiornale o almeno le orecchie e la penna di un cronista di agenzia di stampa. Era Ferragosto a Palermo e due ministri di quelli grossi, Alfano della Giustizia e Maroni degli Interni, hanno detto solenni al paese: Attenti al “Golpe”. Angelino Alfano è stato preciso e documentato nell’ammonire: “Abbiamo una stella polare, la Costituzione. Che va letta, a partire dall’articolo uno, dove dice che la sovranità spetta al popolo”. Quindi, continuava Alfano, se il governo di Berlusconi cade e al suo posto se ne fa un altro, allora è “golpe” perchè l’unico governo benedetto dalla “sovranità popolare” è quello in carica di Berlusconi. Maroni ribadiva il concetto: ogni altro governo senza passare dalle elezioni anticipate, cioè dalla “sovranità popolare” è contro la Costituzione.
Costituzione che, a sobbarcarsi l’immane fatica di leggere anche la seconda riga dell’articolo uno, recita: “La sovranità spetta al popolo, che la esercita nelle forme e nei modi previsti…”. Forme e modi scritti nero su bianco che prevedono il popolo elegga un Parlamento e chi sia il Parlamento a formare i governi dando loro o loro negando il voto di fiducia. Se così non fosse, se così non fosse sempre stato da quando è in vigore la Costituzione dei circa sessanta governi della Repubblica italiana, una cinquantina sarebbero stati “governi golpisti”. La Costituzione esplicitamente prevede che un altro governo si può fare se trova in Parlamento la maggioranza. E prevede che il capo dello Stato incarichi qualcuno di cercarla. Se non si trova, e solo allora, si sciolgono le Camere e si va dal “popolo sovrano”. Questa è la Costituzione e, ad essere pignoli e legalitari, di leggermente “golpista” allo stato c’è il fatto che due ministri di quelli grossi facciano finta e vadano a raccontare in giro che la Costituzione non vale più e quella che vale è altra e diversa Costituzione mai votata e approvata da nessuno.
Resta il fatto che il cosiddetto governo tecnico o di transizione al posto di quello che c’è, al posto di quello di Berlusconi, appare come una pessima e vuota idea politica. Vuota, perchè non si capisce chi lo voterebbe in Parlamento e con quale reale forza politica. Vuota, perchè non avrebbe altro programma che sostituire Berlusconi premier per qualche mese accompagnando il paese alle elezioni. Vuota, perchè non riuscirebbe a varare altra legge elettorale, punto su cui sono tutti contro tutti. E pessima idea perchè incanaglirebbe ancor di più il clima civile e politico e regalarebbe a Berlusconi un magnifico argomento di campagna elettorale: appunto “l’usurpazione”. Vuota e pessima idea, ma non certo un “golpe”. Eppure tant’è: i ministri, e quelli grossi gridano al “golpe”, il capogruppo Pdl alla Camera, Cicchitto, già chiama il popolo alla resistenza anti “golpista” in piazza.
C’è poi un altro ministro, Calderoli della Lega. Ha detto che, se si fa un altro governo al posto di quello di Berlusconi, “Il Nord se ne va”. Tecnicamente sarebbe una dichiarazione “golpista” quella di un ministro che minaccia la secessione di una parte del paese. Ma viene raccontata come una mossa politica. Bossi, il capo di Calderoli, rassicura il paese: la Lega non ha deciso la secessione. Tutti tirano un sospiro di sollievo. Meno male che Bossi c’è, è responsabile, si limita a lasciar intravedere “milioni di incazzati”. Questa storia di una forza politica forte del 10/12 per cento dell’elettorato su scala nazionale e di circa il 30 per cento in alcune aree del Nord che parla a nome di tutto il Nord è a suo modo miracolosa e meravigliosa. L’altro settanta per cento dell’elettorato del Nord non conta, non viene conteggiato. Comunque Bossi spiega: “Fini vuole i soldi da sprecare al Sud, non li avrà”. Fine delle trasmissioni. Di secessione, che evidentemente secondo la nuova Costituzione vigente non è “golpe” se ne parlerà semmai un’altra volta.
Al Golpe, al golpe…Non lo gridano solo i ministri. Briguglio, parlamentare finiano, avverte: “Se fanno un golpe contro il presidente della Camera, allora tutto è possibile”. E chi lo fa questo “golpe” contro Fini? Per ora Vittorio Feltri, ma Briguglio sembra sapere che altro si prepara. Al golpe…L’opposizione è pronta a gridare al “golpe” se Berlusconi riesce a far sciogliere le Camere, sono già in corso le prove del coro. Un “golpe” le elezioni anticipate? Ma quando mai…Eppure tant’è: la soluzione della crisi che non piace e non conviene, pur perfettamente legittima e costituzionale, sia che sia un altro governo sia che sia lo scioglimento delle Camere, viene tacciata di “golpe” rispettivamente dall’una e dall’altra parte.
Perchè lo fanno? Un po’ perchè sono ignoranti. Non “ci fanno”, lo sono davvero. Hanno smarrito o forse mai appreso i fondamentali della democrazia parlamentare. La questione riguarda soprattutto il centro destra, ha un ceto dirigente fato così. Un po’ perchè sono bugiardi, nel senso che fermamente pensano che il “popolo” vada nutrito a bugie, bugie da effetto speciale. Per il suo bene ovviamente, per il bene del popolo. La questione, l’attitudine e l’abitudine alla bugia riguardano il centro destra ma anche la sinistra del Pd, quella di Vendola, l’Idv di Di Pietro. Insomma, oltre ad “esserci”, proprio “ci fanno”. Un po’ ignoranti, un po’ bugiardi e teatrali. E soprattutto incapaci , incapaci di fare altro da molti anni che reciproca, ossessiva, compulsiva campagna elettorale.
Volete sapere chi o cosa, se o quando qualcuno o qualcosa ridarà un posto di lavoro al milione che l’ha perso negli ultimi due anni? Volete sapere se e come qualcuno o qualcosa darà una pensione superiore al 50 per cento del reddito da lavoro a chi andrà in pensione tra trenta anni? Volete sapere queli diritti e libertà, di nascere, morire, curarsi, fare sesso e famiglia? Non chiedete, non hanno voce per rispondervi, sono tutti impegnati a gridare “Al Golpe!”. “Golpe” che a furia di gridare al lupo, al lupo, prima o poi arriverà. Ma non avrà il volto di un governo senza Berlusconi e neanche la faccia di una chiamata al voto. Avrà l’immagine e la sostanza di un paese che si sfalda e si squaglia trasformandosi in una congrega, in una mandria di “leghe”. Nè Stato, nè società, ma solo “leghe”. Ciascuna per sè e nessun dio per tutti. Sarà questo il “lupo”, il vero “golpe”, altro che Alfano, Maroni, Bossi, Calderoli, Berlusconi, Bersani, Vendola, Fini e Di Pietro. Per quanto incredibile vi possa sembrare, potremmo un giorno perfino rimpiangerli tutti, loro e i giorni in cui si giocava al gioco del finto golpe.
