ROMA – Il governo tecnico chiede aiuto ai tecnici e persino ai cittadini per trovare gli sprechi. Ma anche se i cittadini fanno le segnalazioni, il governo non le può usare: una questione di privacy non consente al commissario Enrico Bondi di maneggiare le quarantamila segnalazioni arrivate dagli italiani sulla pagina creata ad hoc sul sito del governo.
L’operazione “segnala anche tu dove si buttano i soldi” è stata fermata dal garante della privacy Francesco Pizzetti, che ha mandato al presidente del Consiglio Mario Monti una relazione urgente: “L’informativa sui dati personali, a una prima analisi, non appare pienamente coerente con l’iniziativa. Vanno spiegate le finalità e le modalità”.
Già giovedì, del resto, parlando a Radio Anch’Io, Pizzetti aveva spiegato: “Capiamo, come nel caso dei controlli a priori sui conti correnti, che ci sono ragioni di emergenza nazionale che giustificano queste iniziative che oggettivamente sarebbero difficili da ricondurre al sistema, ha detto a Radio Anch’io. L’emergenza è chiara a tutti, l’iniziativa è apprezzabile, ora cerchiamo di fare in modo che sia più conforme possibile alle regole dello Stato di diritto”.
E così, come racconta oggi il Fatto Quotidiano, da Palazzo Chigi frenano gli entusiasmi: “Non possiamo ancora sfruttare questi suggerimenti che ci arrivano”.
Il problema è che il cittadino, che si presenta con nome e cognome, fa una vera e propria denuncia. Per questo Pizzetti si domanda: “Non vogliamo ostacolare il governo, anzi apprezziamo le sue intenzioni, ma il cittadino che collabora deve sapere chi tratta i suoi dati personali, chi tutela l’anonimato, chi distrugge – e quando? – i messaggi”.