ROMA – Idv va alla guerra interna e perde pezzi, anche pezzi pregiati, almeno in chiave di voti. Perché per un esponente di punta, Massimo Donadi, che viene di fatto “silurato” fino,  ce n’è un altro, Luigi De Magistris, che sembra intenzionato a chiamarsi fuori, più fuori di quanto sia stato fino a oggi, dalle sorti del partito.
Donadi paga, la sua presa di posizione dura con Antonio Di Pietro all’indomani dell’inchiesta giornalistica sulla gestione dei fondi nel partito. “Il declino di Di Pietro è come quello di Berlusconi”, aveva detto Donadi. Per un Idv una specie di “insulto supremo”. Così, la maggioranza del partito, evidentemente ancora con Di Pietro ha deciso che Donadi  deve farsi da parte e non essere più capogruppo alla Camera del partito.
Da qui, scrive Repubblica,  è partita nell’Italia dei Valori  “una consultazione che di fatto è un atto di sfiducia nei confronti di  Donadi, il quale è ora invitato a presentarsi dimissionario alla riunione dei gruppi di Camera e Senato”.Â
Donadi non ha potuto che prenderne atto e consegnare, nella serata di lunedì, le sue dimissioni da capogruppo nelle mani di Gianfranco Fini.
Per un Donadi messo da parte c’è un De Magistris sempre più defilato, pronto a candidarsi alle politiche con una formazione tutta sua. L’annuncio arriva in radio, durante la trasmissione “Un giorno da pecora”. Il sindaco di Napoli ha già pronti due nomi: “Lista o Movimento Arancione”.  “Il movimento – spiega De Magistris – è stato arancione e l’arancione deve caratterizzare questo nuovo modo di fare politica”.
Poi a domande dei conduttori, risponde in modo chiaro. Si potrebbe anche chiamare Partito Arancione? ”No, partito no. Adesso non c’è bisogno di un nuovo partito. In questa Lista Arancione, in questo Movimento Arancione, dobbiamo mettere insieme quello che i partiti contro il sistema e quello che coloro che stanno fuori dai partiti hanno fatto di buono in questi anni”.
Vorrebbe Antonio Ingroia nel suo Movimento? ”Deciderò nel momento in cui renderemo pubbliche le liste. Sono un suo amico da anni – ha aggiunto De Magistris – come posso non auspicare che una persona come lui possa essere di aiuto al Paese? E’ come se uno mi chiede se ministro del Lavoro preferirei Landini oppure la Fornero, per dire”.
Quindi, per esempio, in un suo governo ideale, ci sarebbe Landini al Lavoro. Le piacerebbe un Ingroia ministro? ”Ingroia Ministro della Giustizia rispetto a Mastella e quelli che ci sono stati prima e dopo? Sarebbe da stappare una bottiglia di champagne”, ha concluso il sindaco di Napoli.
