ROMA – L’Ilva può tornare a produrre e soprattutto può commerciare ciò che era stato prodotto prima del sequestro. Sono queste le principali misure che il governo vuole introdurre nel decreto-Ilva. Con questa mossa il governo spera di salvare 1400 posti di lavoro messi a rischio dal blocco della produzione, successivo al sequestro.
L’emendamento presentato dal governo prevede che l’azienda è ”autorizzata” alla produzione ed ”alla commercializzazione dei prodotti ivi compresi quelli realizzati antecedentemente all’entrata in vigore del presente decreto legge”.
In questo modo, ha spiegato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, si dà ”coerenza” all’attività produttiva e alla commercializzazione. Nel testo dell’emendamento (art.3, comma 3, del decreto), descritto dall’Ansa si dice che: ”A decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto, la società Ilva spa di Taranto è immessa nel possesso dei beni dell’impresa ed è in ogni caso autorizzata, nei limiti consentiti dal provvedimento di cui al comma 1, alla prosecuzione dell’attività produttiva nello stabilimento ed alla commercializzazione dei prodotti ivi compresi quelli realizzati antecedentemente all’entrata in vigore del presente decreto legge per un periodo di 36 mesi, ferma restando l’applicazione di tutte le disposizioni contenute nel presente decreto legge”.