Il 28 ed il 29 marzo si voterà in 13 regioni, il numero giusto per fare una bella schedina del Totocalcio. Il massimo, tredici, non lo farà nessuno, ma le aspettative, tra centrodestra e centrosinistra, sono ben diverse.
Pochi giorni fa Silvio Berlusconi spiegò: «Se finisse 7 a 6 per il centrosinistra sarebbe una sconfitta clamorosa, un risultato decisamente inaccettabile». Pierluigi Bersani, invece, per un 7 a 6 firmerebbe con il sangue e con ogni probabilità stapperebbe lo spumante anche in caso di sconfitta di misura. Più ambizioso il centrodestra il cui consenso non ha sofferto neppure ai tempi più bui della crisi. Berlusconi e i suoi sognano un 10 a 3, un 9 a 4, ma si accontenterebbero anche di un 8 a 5.
Regione per Regione la schedina delle elezioni rivela cinque o sei situazioni definite e molta incertezza. Proviamo a fare una schedina assegnando 1 in caso di vittoria del centrodestra e 2 in caso di vittoria del centrosinistra. Con la x classificheremo le Regioni dal risultato incerto.
In Lombardia la corsa c’è solo sulla carta. A meno di terremoti impensabili il governatore in carica, Roberto Formigoni del Pdl, continuerà ad amministrare la Regione guadagnandosi il quarto mandato consecutivo. Un sondaggio realizzato a fine gennaio da SpinCon vede Formigoni al 52,9% e il suo principale avversario, Filippo Penati del Pd al 40%. Briciole, anche meno, per gli altri candidati: Vittorio Agnoletto sostenuto da Rifondazione e Comunisti Italiani, Vito Claudio Crimi, uomo del Movimento a Cinque Stelle di Beppe Grillo e il radicale Marco Cappato. Indecisi, sempre secondo SpinCon, il 6,5% degli elettori: anche se andassero tutti con Penati non cambierebbe nulla. Ancora più netti i numeri diffusi dall’Istituto Crespi il 4 febbraio: 63,1% per Formigoni, 35% per Penati e l’1,9% a Cappato. Il 21,6 per cento degli intervistati si è dichiarato indeciso. La Lombardia è un feudo di Formigoni e un affare tutto privato tra Lega e Pdl. Berlusconi teme il sorpasso delle camicie verdi, l’unico “brivido” di questa tornata elettorale: i sondaggi dicono Pdl 30, Lega 27. Pronostico scontato, 1 fisso.
Situazione definita anche in Veneto dove il Pdl, dopo aver sacrificato l’attuale governatore Giancarlo Galan all’accordo con la Lega appoggia la candidatura di Luca Zaia, attuale ministro per le Politiche Agricole. Pd e Idv oppongono la candidatura di Giuseppe Bortolussi, assessore al Comune di Venezia. L’impresa, però, è disperata e i sondaggi, con minime differenze lo confermano. Zaia va dal 57% di Crespi al 53,8% di SpinCon mentre Bortolussi nella migliore delle ipotesi arriva al 32%. Chance nulle per il candidato Udc Antonio De Poli, quello del Partito Nasional Veneto, Gianluca Panto e quello del Movimento a Cinque Stelle David Borrelli. Pronostico 1 senza dubbio.
Il Piemonte potrebbe rimanere alla sinistra ma bisogna andarci coi piedi di piombo perchè la battaglia politica può riservare una serie di sorprese. Il presidente uscente è Mercedes Bresso del centrosinistra che si ripropone candidata appoggiata anche dall’Idv, dall’Udc e da Sinistra e Libertà. In lista per il centrodestra c’è Roberto Cota, capogruppo della Lega alla Camera. Il Movimento a 5 Stelle di Beppe Grillo candida invece Davide Bono. In lista anche Renzo Rabellino della Lega Padana del Piemonte. Negli ultimi sondaggi SpinCon del 28 gennaio la Bresso è data per favorita col 47.5%, segue Cota col 44,2%. Decisamente staccati Bono e Rabellino. Dunque, una X, tendente al 2 in schedina se proprio volete scommettere.
Situazione analoga in Liguria dove il presidente uscente, Claudio Burlando del centrosinistra, si ricandida con l’appoggio dell’Udc. Il centrodestra propone invece Sandro Biasotti. Restano per ora fuori i Radicali, in lista per il Pcl (Partito comunista dei lavoratori) c’è Giuliana Sanguinetti. Negli ultimi sondaggi SpinCon il centrosinistra è dato al 48,2%, 45,1% per il centrodestra. Staccato il Pcl. Pronostico X con lieve tendenza al 2.
In Emilia Romagna alla vittoria del centro destra sembra credere solo la candidata del Pdl Anna Maria Bernini. Intervistata a fine gennaio dal quotidiano Il Giornale la Bernini, 45 anni, docente universitario, ha spiegato che non andrà a fare “l’agnello sacrificale”. I numeri, a oggi, raccontano una realtà diversa: i sondaggi sono fermi ad agosto 2009 quando dell’Emilia Romagna si è occupato l’istituto Piepoli. Non c’erano ancora i candidati e non c’era stato “l’affaire Delbono” ma il centrosinistra da solo era dato in vantaggio di oltre dieci punti (58 a 42) rispetto a una coalizione di Pdl Lega e Udc. Coalizione che poi, neppure si è formata. Perché il partito di Casini, confermando la linea che lo vuole da solo dove non è decisivo, ha puntato su Gian Luca Galletti. Anche il Movimento a Cinque Stelle di Beppe Grillo presenta un suo uomo, Giovanni Favia. Per il governatore uscente Vasco Errani, vincitore con una maggioranza schiacciante nel 2005, la riconferma appare scontata. Pronostico: 2 fisso.
Nessuna sorpresa in vista in Toscana. A novembre il centrosinistra aveva venti punti di vantaggio nei sondaggi e il Pdl considera la Regione, al di là delle dichiarazioni di facciata, un feudo inespugnabile della sinistra. Il Pd per la successione a Claudio Martini ha scelto Enrico Rossi, attuale assessore alla Salute. Il centrodestra, non senza polemiche, gli oppone la pidiellina Monica Faenzi, sindaco di Castiglione della Pescaia. Candidatura, quella della Faenzi, indigesta ai leghisti di Toscana che, per bocca del segretario Regionale Claudio Morganti parlano di “Scelta debole fatta apposta per perdere”. Corsa solitaria per l’Udc che presenta Franceso Bosi. Casini ha chiesto al Pdl di convergere sul deputato Udc ma non se n’è fatto nulla. In Toscana, però, non vincerebbe neppure Berlusconi in persona e persino i sondaggisti sembrano disinteressati alla tenzone. Pronostico: 2 fisso.
Quadro delle candidature ancora da ultimare in Umbria dove il Pdl ha scelto da tempo Fiammetta Modena, attuale capogruppo in Regione. Il Pd, che parte da un forte vantaggio per decidere il successore di Maria Rita Lorenzetti ha scelto le primarie. Si vota il 7 febbraio e in lizza ci sono Catiuscia Marini, vicina a Bersani e il veltroniano Mauro Agostini. Quale che sia il vincitore – Agostini sembra leggermente favorito – il centrosinistra appare in netto vantaggio per tenersi la Regione. Corsa solitaria dei Radicali che puntano su Maria Antonietta Farina Coscioni. Pronostico 2.
Nel Lazio, dove il presidente uscente è Piero Marrazzo del centrosinistra, i candidati sulla carta sono ben 6 ma la sfida vera è a due: Renata Polverini del centrodestra, con una coalizione che parte dall’Udc e arriva fino a La Destra di Storace, contro Emma Bonino dei Radicali, in lista per il centrosinistra. Candidati anche Carlo Taormina (Lega Italia e Fronte Verde), Roberto Fiore (Forza Nuova), Michele Baldi (Movimento per Roma e per il Lazio) e Marzia Marzoli (lista civica La Rete dei Cittadini). Un sondaggio SpinCon vede in testa la Bonino col 47,3%, segue la Polverini a 44,8%. Ma la Polverini è partita prima, non risente del “Caso Marrazzo” e potrebbe, all’ultimo minuto raccogliere il voto dei cattolici indecisi. Pronostico: X, stavolta tendente all’uno.
Potrebbe rimanere al Partito Democratico la Regione Marche dove il presidente uscente è Gian Mario Spacca del centrosinistra. Il centrodestra candida Erminio Marinelli mentre il centrosinistra ripropone il governatore in carica rafforzato anche dall’appoggio dell’Udc. In lista anche Mirko Canala in una coalizione che vede Fronte Verde, Lega Italia e Fiamma Tricolore. Secondo un sondaggio condotto dal sito Il Liberale il centrosinistra è nettamente in vantaggio con 55,2%, segue il centrodestra col 42,3%. Pronostico: 2 con qualche patema.
In Basilicata il presidente uscente è Vito De Filippo del centrosinistra. Il centrodestra candida il consigliere regionale del Pdl Nicola Pagliuca, il Pd ripropone il governatore uscente con l’appoggio dell’Udc. I sondaggi vedono favorito il centrosinistra. Pronostico 2.
Situazione completamente differente in Campania, destinata a diventare una Regione del centrodestra. Il candidato uscente è Antonio Bassolino del centrosinistra. Il centrodestra, dopo l’uscita di scena di Nicola Cosentino, candida l’ex ministro socialista Stefano Caldoro rafforzato dall’appoggio quasi certo dell’Udc. Il centrosinistra ha scelto invece il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, candidatura non apprezzata dall’Italia dei Valori che però forse la sosterrà comunque. Il candidato del Movimento a 5 Stelle di Beppe Grillo è Roberto Fico. Ufficializzata anche la nascita del cartello elettorale Alleanza di Popolo che mette insieme sotto un unico simbolo i movimenti Noi Consumatori e Alleanza Democratica con il Partito dei Pensionati. Non ancora ufficiale il candidato: probabilmente sarà l’avvocato Angelo Pisani. Il centrodestra si presenta comunque nettamente favorito vista anche la spaccatura interna del Pd per la scelta del candidato De Luca. Pronostico: 1.
Situazione di grande incertezza anche in Puglia. Il presidente uscente Nichi Vendola, dopo la vittoria alle primarie potrebbe trarre vantaggio dal mancato accordo tra Pdl e Udc. Berlusconi, alla fine, ha scelto Rocco Palese mentre l’Udc gioca la carta di Adriana Poli Bortone, che con il suo partito Io Sud è accreditata da sola di un consenso attorno al 6%. Il sondaggio più recente, dell’Istituto Crespi dà a Vendola un lieve vantaggio, 42 a 39, su Palese. L’ex sindaco di Lecce, invece, pur staccata si guadagna un 19%. Il governatore in carica è avanti ma se nell’elettore del Pdl dovesse prevalere la filosofia del “voto utile” il risultato sarebbe tutt’altro che scontato. Pronostico: X, tendente al 2.
In Calabria il presidente uscente è Agazio Loiero del centrosinistra. Il centrodestra candida Giuseppe Scopelliti che può contare anche sull’appoggio dell’Udc. In lista anche Pippo Callipo in una coalizione tra Italia dei Valori e Radicali. In ritardo il Pd che non ha ancora scelto un candidato. La Calabria è una di quelle regioni in cui la vittoria del centrodestra appare più che probabile, a meno di clamorose sorprese. Pronostico: 1.
A conti fatti la sinistra, con 5 vittorie quasi certe in cassa contro le 4 della destra, appare in leggero vantaggio. Situazione di incertezza in 4 Regioni. Pur dandone 2 alla destra e 2 alla sinistra sarebbe Bersani a festeggiare con Berlusconi che vedrebbe materializzarsi quel risultato inaccettabile di cui parlava. Certo il paracadute, in ogni caso è bello e pronto: il centrosinistra è al attualmente al governo in undici delle tredici Regioni in cui si vota. Anche se Berlusconi dovesse portarne a casa solo sei o sette potrà dire di averne strappate la metà ai suoi avversari.