TOKYO – Messaggio da Tokio dal premier in trasferta per piazzare il marchio Italia: la riforma passerĂ , gli italiani la vogliono, gli investitori stranieri la vogliono, quelli italiani così riprenderanno ad assumere e i partiti la accetteranno perchĂ© gli elettori si fidano di me e non di loro. Dall’estremo oriente, il premier Mario Monti torna a occuparsi delle riforme di casa nostra. E lo fa con una dichiarazione che non mancherĂ di creare qualche polemica. “Ho l’impressione che la maggioranza degli italiani percepiscano questa riforma del lavoro come un passo necessario nell’interesse dei lavoratori”. E fa notare che “nonostante alcuni giorni di declino a causa delle nostre misure sul lavoro questo governo sta godendo un alto consenso nei sondaggi i partiti no” anche perchĂ© noi siamo una “breve eccezione”.
Il premier, durante una conferenza, ha risposto a una domanda sui rischi che corre la riforma del lavoro nel percorso di approvazione: “Sono fiducioso – ha detto Monti – sul fatto che la riforma del lavoro passerĂ , anche perchĂ© l’esempio delle pensioni mi lascia ben sperare” ed inoltre “credo nella persuasione”.
“Una parte della riforma – ha spiegato ancora il presidente del Consiglio – è accettata da tutti, non stranamente è quella parte che implica una spesa da parte del governo. Ma ci sono anche altre parti della riforma, che noi riteniamo strettamente complementari al pacchetto per fare in modo che sia una buona riforma, che rappresentano una medicina piĂ¹ amara da ingoiare”. Il premier ha quindi aggiunto: “Abbiamo il dovere di tenere un equilibrio, in modo che l’intero pacchetto della riforma sia davvero positivo per l’occupazione e la crescita”. Il professore ha quindi negato che il ddl “alteri la distribuzione delle entrate”.
”Le imprese hanno paura di assumere perchĂ© è molto difficile licenziare anche per ragioni economiche”. Poi Monti non si è sottratto alla tentazione di cambiare il carattere degli italiani:  ”Siamo diventati un paese mediterraneo molto nordico”, ha dapprima scherzato, parlando in inglese. ”Abbiamo ridotto le distanze dal cosiddetto sistema della flex-security di Paesi come la Danimarca – ha proseguito – il che significa meno protezione del posto di lavoro come è attualmente in Italia e una maggiore protezione dell’individuo che perde il lavoro con il training e con i cosiddetti ammortizzatori sociali e una drastica riduzione della segmentazione del mercato fra lavoratori attuali molto protetti e una totale assenza di protezione soprattutto fra i giovani che vorrebebero entrare ma che hanno difficoltĂ visto che le imprese hanno paura di assumere”.
Intanto il 13 aprile Cgil, Cisl e Uil fanno sapere che manifesteranno in modo unitario contro la riforma delle pensioni del governo Monti. Ad annunciarlo la leader della Cgil, Susanna Camusso: “Il 13 aprile a Roma ci sarĂ una manifestazione nazionale unitaria sugli effetti disastrosi della riforma delle pensioni, sul problema degli esodati, e sulle ricongiunzioni onerose”, ha detto Camusso parlando alla stampa estera. Ad essi si unisce anche l’Ugl, lo rende noto il segretario generale, Giovanni Centrella, che aggiunge: ”Resta fermo il nostro no a un provvedimento iniquo, che ha colpito categorie giĂ deboli, dai lavoratori interessati da accordi di mobilitĂ lunga, i cosiddetti ‘esodati’, a coloro che erano ormai vicini alla pensione. Le modifiche attuate successivamente – prosegue il sindacalista – non sono sufficienti a colmare l’ingiustizia di una riforma che non tiene conto dei sacrifici giĂ affrontati da chi è giĂ stato colpito dalla crisi”.
