ROMA – Secessione e Padania parole che fanno esaltare i leghisti e irritare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Se per il Capo dello Stato pensare a uno Stato padano non è che “grottesco” perché “non esiste un popolo padano”, per i lumbard tutto questo c’è eccome.
La base dei fazzoletti verdi si è ribellata. C’è Mario Borghezio che ha subito attaccato Napolitano come “nemico della libertà”, c’è Radio Padania che si è accanita contro colui che definisce “il Presidente degli immigrati” e ancora “Lui preferisce gli immigrati, gli extracomunitari, quelli sono il suo popolo. Non esistiamo ma continueremo, ce ne siamo fatti una ragione, se la faranno anche gli inquilini del Quirinale”‘i.
Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega Nord, prova a mantenere la calma e a non oltrepassare il limite imposto da Umberto Bossi sulle parole dedicate al presidente della Repubblica. Certo, non condivide nemmeno lui quanto detto da Napolitano, ma prova a mediare così: ”Napolitano merita il nostro rispetto e mantengo fede al mio principio di non commentare le parole del Capo dello Stato, soprattutto quando non le condivido”.
Sulla stessa linea istituzionale, ma combattiva è anche il ministro Roberto Calderoli:
“Napolitano è sempre molto saggio ma fa finta di dimenticare il diritto universalmente riconosciuto alla autodeterminazione dei popoli…Il presidente – aggiunge – poi sa bene che la Lega da oltre 20 anni è garanzia di democrazia”.