ROMA – Liberalizzazioni, corporazioni all’assalto del decreto per le modifiche. Il risultato? 2.400 emendamenti presentati alla commissione Industria del Senato, dove alle 12 di venerdì è scaduto il termine per depositarli. Alcune di queste proposte di modifica sono firmate dai relatori al provvedimento, Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pd).
Il governo inizialmente aveva dato disponibilità per ascoltare le proposte di modifica presentate da Udc, Pdl e Pd, ma se il provvedimento verrà stravolto è anche pronto a porre la fiducia, mossa che farebbe cadere tutti gli emendamenti.
Di un vero e proprio assedio al decreto ha parlato Pier Ferdinando Casini: ”Troppe categorie e troppe corporazioni stanno assediando i partiti: Noi chiediamo ai partiti che sostengono il governo di resistere a queste spinte corporative, perché se ciascuno fa cassa di risonanza alle spinte corporative le liberalizzazioni si impantanano. Noi dobbiamo fare cassa di risonanza al governo. No a freni e resistenze, i partiti non sono taxi per frenare le liberalizzazioni su spinta delle corporazioni”.
”Frenare sulle liberalizzazioni significa non avere capito nulla della fase politica che abbiamo cominciato con Monti. Andiamo avanti e non freniamo”, dice ancora Casini. ”Invito tutti a non tirare per la giacca il governo conclude – Non si può essere iperliberisti su alcuni settori e cercare di frenare su altri. Il governo ha raggiunto un punto di compromesso con questo provvedimento e noi vogliamo che il governo possa operare con la necessaria serenità. Noi abbiamo fatto pochi emendamenti che servono a dare piu’ forza a tutte le liberalizzazioni, gradulmente ma per tutti e senza guardare in faccia a nessuno”.
Dagli Stati Uniti il premier Monti ha fatto sapere che preferirebbe un iter rapido: “Contiamo di approvare le liberalizzazioni con modifiche minime in due settimane”.