ROMA-Quante buone occasioni si perdono per non aver la battuta pronta, la battuta di risposta alla battuta. Quando l’altro giorno il premier Silvio Berlusconi ha “battuto” il giornalista Giuseppe D’Avanzo de La Repubblica con la frasetta: “Lei, signor Stalin, per quale giornale scrive?”, il giornalista avrebbe potuto replicare: “Lei, Cavalier Benito, quali giornali legge?”. E non sarebbe stato sproporzionato evocare Mussolini a fronte della riesumazione di Stalin. Ma uno fa fatica a farsela venire la battuta adeguata, la battuta di risposta perché sempre più spesso di fronte alla “battuta” iniziale si resta senza parole, occorre un attimo per credere che sia vero quel che si sente. Un attimo di esitazione incredula ed ecco che si perde l’occasione per la risposta adeguata. Qualcosa del genere accade di fronte alla proposta di 19 parlamentari del Pdl, guidati da Gabriella Carlucci, che vogliono istituire una “Commissione di inchiesta parlamentare sulla imparzialità” dei libri di storia che si leggono a scuola. Occorrerebbe rispondere alla Carlucci e agli altri: ma voi un libro di storia l’avete mai letto?
Certamente si, ma viene il dubbio che non abbiano ben chiaro cosa sia la storia. Però sono maestri, maestri di prepotenza. Il solo pensare che esista una “imparzialità” della storia denota e proclama la totale ignoranza dei metodi storiografici e della storiografia, insomma del come si studia e si fa ricerca storica nel mondo. Sono ignoranti e soprattutto prepotenti. Infatti fanno mostra di chiedere “imparzialità” e contemporaneamente asseriscono che “imparziale” è quel che dicono loro. Sono una “parte”, una parte politica e vogliono essere la cattedra e il tribunale della imparzialità. Parziale è per loro tutto quello che loro non aggrada, il vizio alligna anche a sinistra. Ma quelli del Pdl vanno oltre, sentite cosa dice uno dei firmatari della proposta, Emerenzio Barbieri: “Bisogna stabilire quali siano i testi faziosi e dare loro il tempo di adeguarsi prima di ritirarli dal mercato”. Non solo, come fa anche la sinistra, proclamano buona solo la storia che più o meno coincide con la loro propaganda. La sinistra di solito si ferma qui, il “Partito delle Libertà” va oltre: detta i nuovi testi, comanda cancellazioni e abiure e poi “ritira dal mercato”. Dopo aver appurato “quali siano i testi faziosi”. E chi stabilisce cosa è “fazioso” e cosa non lo è? Ma loro ovviamente, gli eletti dal popolo.
Sarebbe comica se non fosse tragica, dicono che serve impedire “i tentativi subdoli di indottrinamento e plagio a fini elettorali delle giovani generazioni”. E per impedire l’indottrinamento vogliono sia una Commissione di politici a decidere cosa è storia e cosa non lo è. Infatti, come è noto, sono i politici a non praticare mai l’indottrinamento. C’è perfino una curiosa e gustosa assonanza con quanto il Pdl da tempo narra della televisioni, dei giornali e della Rai. Dicono che sono tutti luoghi da cui la sinistra “indottrina”. Poi la sinistra perde più o meno regolarmente le elezioni.
Si prova un attimo di incredula esitazione di fronte alla Gelmini, ministro dell’Istruzione che qualche libro in vita dovrebbe averlo letto, che pensosa dichiara: “Il problema di una visione oggettiva della storia c’è”. La “visione oggettiva” della storia è una bestemmia ignorante per ogni storico. La storia si fa con i documenti, gli atti e un lavoro di nessi e raccordi tra questi. Lavoro che è scientifico o non è, la “oggettività” è una balla. Quel che è vero invece è la voglia di mettere le mani sui libri, considerati per definizione sospetti e nocivi. Vogliono mettere le mani sui libri e farli diventare opuscoli pubblicitari perché nella loro ignoranza concepiscono la storia e il suo studio solo come pubblicità negativa o promozionale, i più raffinati pensano possa e debba essere pubblicità comparativa. Pubblicità comparativa che chiamano democrazia. Infatti cosa li turba nei libri di testo oggi a scuola? Lo indicano loro. Una frase del tipo: “Togliatti fu uomo politico intelligente”. Ecco la prova: si fa pubblicità a Togliatti. Oppure la frase: “Enrico Berlinguer fu uomo di profonda onestà morale, misurato e alieno dalla retorica”. Ecco ancora la prova: è uno spot per Berlinguer. E, prova somma della pubblicità promozionale del “comunismo”, ecco le frasi su Berlusconi che vuole “riscrivere la Costituzione secondo un criterio che privilegia il potere politico su tutti gli altri poteri”. Vogliono mettere le mani sui libri perché per loro la storia è pubblicità. Ecco perché si potrebbe rispondere a chi ti chiama “Signor Stalin” salutandolo come “Cavalier Benito”.