I finiani pongono la propria condizione per votare il Lodo Alfano e agli ex compagni di lavoro dicono: se togliere di mezzo il discorso della reiterabilità, noi ve lo votiamo. A chiarire la posizione dei “seguaci” di Gianfranco Fini è il deputato di Fli, Nino Lo Presti, che al termine di un pranzo nell’ufficio di Italo Bocchino dice: ”Il lodo Alfano costituzionale senza il discorso della reiterabilità siamo pronti a votarlo”.
”Senza la norma che renderebbe lo scudo utilizzabile piu’ volte, siamo pronti a votarlo – sottolinea Lo Presti -, del resto avevamo già votato in questo senso la volta precedente”.
Intanto giovedì scade il termine per presentare gli emendamenti e proprio domani Fli si prepara a depositarne uno sulla reiterabilità: “Stasera ci sarà un incontro con la presidente Giulia Bongiorno – ha annunciato il finiano Maurizio Saia – a cui parteciperà anche il capogruppo al Senato, Viespoli, per definire il nostro emendamento sulla reiterabilità dello scudo, penso che domani mattina lo presenteremo. Ho sentito pochi minuti fa il presidente Fini ed è chiaro che la strategia che portiamo avanti con coerenza non è cambiata in nulla”.
Intanto all’interno di Fli rimangono le posizioni più “radicali” come quelle di Granata e Briguglio. “Il quadro politico è in rapidissima evoluzione e, alla luce di tanti segnali, credo che i gruppi parlamentari di Futuro e Libertà debbano approfondire con estrema attenzione i temi della riforma della giustizia e del Lodo Alfano, – spiega vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia, Fabio Granata – anche alla luce dell’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La nostra base è radicalmenre ostile a interventi non in linea con le battaglie di legalità portate avanti sin ora. Un voto sbagliato su temi divaricanti – conclude il parlamentare siciliano di Futuro e Libertà – potrebbe gravemente danneggiare, se non compromettere il nostro percorso di avvicinamento al nuovo soggetto politico: lasciandoci senza Futuro”.
Più lapidario ancora Carmelo Briguglio per il quale “il Lodo Alfano è ormai il luogo simbolico dell’impunità perché troppo legato a una fattispecie concreta che sono i processi di Berlusconi. Per questo Fli non deve votarlo. Per me il contesto della discussione è ormai cambiato e in questi giorni si e’ registrata una evoluzione di giudizi in questo senso anche nell’opinione pubblica più garantista e nella stessa base elettorale del centrodestra”.