Una pioggia battente, senza sosta, non ha impedito la partecipazione dei taxisti milanesi al funerale di Luca Massari, il loro collega brutalmente aggredito dopo aver investito accidentalmente un cane, a Milano, e morto poi l’11 novembre scorso, dopo un mese di agonia.
Massari, 45 anni, abitava a Torrevecchia (Pavia) ma era nato e cresciuto a Locate Triulzi (Milano), dove oggi pomeriggio si e’ tenuto il funerale, in un clima di commozione mista a rabbia, alla presenza delle autorita’ di Comune, Provincia e Regione ma soprattutto davanti a decine di taxisti, giunti dal capoluogo lombardo, scortando il feretro, e da tutta la provincia.
Contemporaneamente, a Milano, sono state proclamate dalle organizzazioni delle auto pubbliche due ore di astensione dal lavoro (che in molti casi sono state piu’ lunghe, creando qualche difficolta’ agli utenti) e anche a Roma e a Verona i taxisti si sono simbolicamente fermati e riuniti per ricordarlo. Le esequie hanno temporaneamente trasformato Locate, paese di 9 mila abitanti a pochi chilometri a sud di Milano, in una specie di paese fantasma.
L’adesione al lutto cittadino e’ stata infatti pressoche’ totale, creando nelle vie, specialmente attorno a piazza della Vittoria, dove si trova la chiesa di San Vittore Martire, un clima surreale. Il feretro e’ arrivato intorno alle 15 dall’Istituto di medicina legale di Milano, dove l’altro ieri e’ stata eseguita l’autopsia (che ha confermato la brutalita’ dell’aggressione).
La vettura che lo trasportava e’ stata ‘scortata’ da molte auto bianche, con dei cartelli sul lunotto, o dei nastrini neri sull’ antenna, in segno di lutto, con i motociclisti della Polizia locale di Milano ad aprire il corteo. La bara, coperta di rose bianche, gialle e arancioni, e’ stata accolta dalla folla gremita sul sagrato con un lungo applauso. Alla celebrazione, preceduta dalla recitazione del Rosario, erano presenti tutte le autorita’ locali, i gonfaloni di Regione, Provincia e dei comuni di Milano, Torrevecchia e, naturalmente, Locate.
C’erano il presidente del Consiglio regionale, Davide Boni e il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dapei, mentre il comune di Milano ha inviato in rappresentanza del sindaco, Letizia Moratti, l’assessore al Verde e Decoro urbano, Maurizio Cadeo.
In prima fila, straziata dal dolore, la famiglia, e la fidanzata, ai quali il parroco, don Domenico De Bernardi, ha rivolto parole di speranza citando il Vangelo di Matteo, e ha poi pronunciato un’omelia, senza polemiche, ha detto, ”perche’ ne sono gia’ state fatte tante”. Solo con un accenno, all’inizio della messa, ha parlato di ”una morte improvvisa e senza senso”. Ad ascoltarlo tutto il paese, la chiesa stipata fino all’uscita, anche in piedi, e poi in una sala teatrale a fianco, e sul sagrato.
All’uscita, nella piazza colma di gente nonostante la pioggia, la bara e’ stata accolta da un fragoroso applauso e dalle grida ”Luca, Luca” dei tanti colleghi, che hanno riempito i parcheggi lasciati a loro disposizione, anche se forse qualcuno se ne sarebbe aspettati ancora di piu’. Lontano, in carcere, attendono Morris Micheal Ciavarella, la sua fidanzata Stefania Citterio e il fratello Pietro Citterio, arrestati subito dopo l’aggressione.
Secondo gli inquirenti formavano un vero e proprio clan familiare, che nel corso delle indagini ha anche voluto condizionare i testimoni. Bulli di periferia, secondo molti, cresciuti male e finiti peggio. Ora infatti sono accusati di omicidio volontario aggravato da crudelta’ e futili motivi.
