Ma fare i conti nelle tasche altrui è sempre impresa soggetta a generalizzazioni, errori e possibilmente viziata da scarsa conoscenza e presunzione. Gli statali difendano i loro 25 euro di aumento in tre anni, i farmacisti difendano le loro precentuali di guadagno, i magistrati difendano i loro 250 euro netti di automatici incrementi. Non per questo sono automaticamente dalla parte del torto, facciano la loro battaglia per i fatti loro.
Ma se gridano al paese che si muovono, protestano e scioperano per la Giustizia, la Salute e l’Istruzione, se travestono il loro interesse di categoria in interesse generale, allora è contrabbando di parole e concetti, confusione indebita di valori e idee. Chi grida che il suo portafoglio è “presidio costituzionale” non può essere credibile, di lui ci si può fidare quando parla del suo stipendio, molto meno di quando parla della Costituzione. Peccato che i magistrati abbiano barattato il loro diritto ad essere istituzione con quello di essere sindacato. Peccato che abbiano dato un prezzo al baratto: 250 euro. Il loro essere ceto dirigente valeva di più.