ROMA – Marco Reguzzoni nel suo libro “Gente del nord” riscrive la storia della Lega Nord, esaltando i componenti del “Cerchio magico” e di fatto esiliando chi da quella cerchia ha preso le distanze:  Mario Borghezio, Bobo Maroni, Roberto Cota… I loro nomi quasi non compaiono nel suo compendio e quando lo fanno è solo come accenno, come attestato di “esistenza”. Per gente come Rosi Mauro o Renzo Bossi, invece Reguzzoni spende parole di grande stima.
Il capogruppo della Lega alla Camera nel suo libro non può non annoverare Maroni fra i protagonisti della grande epopea del Po, ma evita l’analisi del suo ruolo di padre fondatore, non accenna alla sua amicizia con Umberto Bossi, né al popolo di Pontida che lo ha acclamato con tanto di striscioni “Maroni premier”. Sull’incarico di ministro dell’Interno concede solo: “Lo stop imposto dal governo Berlusconi all’immigrazione selvaggia” è stato possibile “attraverso il suo contributo”.
Per i componenti del “Cerchio magico” invece c’è tutt’altro tono. A pagina 20 Rosi Mauro diventa “una forza della natura”, anzi, “una montagna”, “un vulcano pronto a eruttare fuoco e fiamme”. Racconta Reguzzoni: “Da sempre amica della moglie di Bossi, Manuela, Rosi viene dall’esperienza delle fabbriche” ha doti da “vera sindacalista”, è capace di “stare ad ascoltare per giorni e giorni» ma «a far saltare il tavolo ci mette cinque secondi”. Un crescendo, fino al gran finale: “Bossi la stima per il coraggio e il carattere deciso, ma anche per la capacità di dire sempre la verità , anche quando è scomoda”.
Alla fine del libro Reguzzoni avverte chi pensa alla successione: “Il capo c’è e ci sarà , l’esercito di liberazione può continuare il suo lavoro”. E poi dà il via alla campagna elettorale, elencando le cose che la Lega, lui capogruppo a Montecitorio, ha ottenuto al governo. Indicando vecchie e nuove sfide e un nome: Renzo Bossi.