ROMA – In Senato il clima è da scontro finale, ma lei, il ministro per le riforme Maria Elena Boschi ostenta tranquillità: “Io non sono per nulla in ansia, non sono preoccupata per i numeri”. E ancora: “Se avessimo avuto paura avremmo cercato di fare melina, invece di chiedere una accelerazione sui tempi per andare direttamente in aula”. Intervistata dal Corriere della Sera, il ministro per le Riforme torna così sulla riforma del Senato e su quel ddl che porta il suo nome. Il presidente Grasso? “Ha detto che ci farà sapere solo in Aula. Bene, adesso siamo in Aula, lo aspettiamo”.
“Vedremo cosa deciderà Grasso nella sua autonomia, la Finocchiaro ci ha già dato l’interpretazione secondo la quale non si può rimettere in discussione la doppia lettura conforme. Ma la riforma non sarà stravolta”.
“Se Camera e Senato hanno già votato un testo – spiega il ministro -, nessuno può rimetterlo in discussione. È la tesi della Finocchiaro, dei costituzionalisti, delle consuetudini. È un principio che vale da sempre. Se lo superi vale per tutti gli altri articoli e vorrebbe dire riaprire tutto il provvedimento”.
Boschi spiega il perché dell’urgenza di andare in aula anche senza un accordo: “abbiamo l’esigenza di rispettare la data del 15 ottobre, perché poi dobbiamo presentare la legge di Stabilità. L’Europa ci riconosce spazi finanziari di flessibilità se in cambio facciamo le riforme. La sola clausola delle riforme vale qualcosa come otto miliardi da spendere”. Riflette poi sul suo partito: sulla riforma, dice Boschi, “mi piacerebbe che ci fosse anche il Pd tutto unito e spero in una soluzione che tenga tutti assieme, magari con un pezzo delle opposizioni”. Se sono buoni anche i voti di Verdini, Tosi e Berlusconi? “Sì. Se chi le ha votate le rivotasse, la riforma avrebbe più valore”. Il ministro si sofferma anche sul suo futuro; se tra i miei sogni c’è anche quello di fare il premier? “Faccio sogni molto più belli”. “Il premier è Renzi. Sicuramente fino al 2018, io spero anche fino al 2023”.