ROMA – Il 5 dicembre è la prima data del governo Monti: entro quel lunedì dovranno essere approvate le prime riforme per convincere la Banca centrale europea e i mercati. A parte la data, però, è incerto anche l’ammontare della manovra, tra i 15 e i 20 miliardi. Secondo il Corriere della Sera si tratterà comunque di uno o due decreti legge.
Prima del 5 dicembre ci saranno diversi incontri importante che vedranno protagonista Mario Monti più nella sua veste di ministro dell’Economia che in quella di presidente del Consiglio.
Il 29 novembre in Consiglio dei ministri dovrebbe venir completato il governo, con le nomine dei sottosegretari e viceministri. Il giorno successivo Monti volerà a Bruxelles per partecipare alle riunioni dell’Ecofin e dell’Eurogruppo.
Per completare al squadra di governo Monti avrebbe preso contatti per incontri separati con i leader dei maggiori partiti in parlamento: Angelino Alfano (Pdl), Pier Luigi Bersani (Pd) e Pier Ferdinando Casini (Udc). Proprio Alfano il 27 novembre ha detto: “Mi ha chiamato Monti e con garbo e cortesia mi ha detto di aver tirato giù le linee guida del programma economico del governo. Lo stesso Monti mi ha anche detto: prima di mandarle in Consiglio dei ministri gradirei parlare con te, con Casini, con Bersani e con quanti sostengono il governo, separatamente, per concordare i punti di intesa e di dissenso”.
Con i segretari quindi il presidente del Consiglio dovrebbe confrontarsi sulle singole misure, anche se solo informalmente.
Mentre il 27 novembre Monti era tornato a Milano per una domenica in famiglia circolavano le indiscrezioni sull’ipotesi di un piano di sostegno del Fondo monetario internazionale all’Italia da 600 miliardi. Ci sarebbero stati contatti con il direttore generale dell’Fmi Christine Lagarde, e si è parlato di un prestito per dare al governo Monti 18 mesi per le riforme. Ma da Palazzo Chigi è arrivato solo un no comment.