
Meloni, l'impresa di perdere Roma. Salvini, l'insostenibile fatica di fare governo FOTO ANSA
Meloni, è stata un’impresa perdere Roma. Roma, una cittĂ dove storicamente l’elettorato che vota a destra è maggioranza relativa. Dove quindi un capace dirigente politico crea un blocco sociale che unisce destra e moderati a produrre un sindaco di destra. Un complesso ma fattibile processo politico alla portata, anzi nel mansionario di un capace dirigente politico. Non riuscire a dare a Roma un sindaco di destra in una cittĂ dove l’elettorato di destra è forse il piĂ¹ vasto d’Italia è un’impresa, un’impresa al contrario.
La Meloni l’ha fatta questa impresa al contrario. Sono molti mesi che Giorgia Meloni viene presentata e raccontata come un Re Mida della politica, tutto ciĂ² che tocca diventa oro politico. Mica vero, a Roma il tocco Meloni ha trasformato il ferro in latta. PerchĂ© c’è una differenza tra leadership e premiership? Cioè? Cioè fare il capo partito, e anche di successo, non è la stessa cosa, non coincide con il formare, capire, modellare, guidare, governare una comunitĂ .
Salvini, musata al Nord
Milano e Torino (ma anche Varese e Savona) hanno respinto i candidati sindaci proposti dalla Lega. PerchĂ©, tra i tanti perchĂ©, Salvini è diventato inaffidabile. Inaffidabile per la parte del suo elettorato che non ha smesso di attribuire tutti i mali del mondo alla Ue e agli immigrati. Questi elettori vedono secondo la loro ottica un Salvini ingabbiato al governo, costretto a collaborare con il “nemico”, di questo Salvini non si fidano piĂ¹ o almeno questo Salvini non li fa piĂ¹ correre alle urne elettorali.
Inaffidabile o almeno non affidabile fino in fondo appare perĂ² Salvini anche all’elettorato urbano moderato e pragmatico, elettorato che pure al Nord non disdegna di votare leghista. Inaffidabile perchĂ© appare evidente a tutti e a tutti Salvini lo mostra che il cuore di Salvini batta fuori del perimetro del governo Draghi. E’ in qualche modo Salvini a raccontarsi prigioniero e non protagonista. Ed è Salvini a suggerire ogni giorno che i No Pass hanno ragione e i No vax non tutti i torti e fosse per lui…Salvini vive l’insostenibile fatica sua di fare governo, in fondo la stessa vicenda umana, politica e culturale della Meloni: leadership non è premiership. E questo fa della destra che puĂ² vincere le elezioni politiche un vincitore claudicante qualora fosse.
La destra e le politiche
Sconfitta in maniera imbarazzante se non umiliante nelle cittĂ , la destra italiana parte ancora con il favore del pronostico nelle prossime elezioni politiche, quando saranno. PiĂ¹ prima che poi Salvini e Meloni si ritroveranno uniti e in sintonia sulla linea e propaganda anti sistema, sempre buona per prendere voti. E dall’altra parte il Pd di Letta andrĂ ad elezioni convinto di avere al fianco milioni di elettori M5S, molti milioni. Quando Letta si girerĂ a guardare quanti milioni sono gli basteranno meno delle dita di una mano per contarli quanti saranno davvero. Il pronostico, magari un po’ meno, è ancora per le destre alle politiche. Grazie alle abilitĂ di propaganda e mobilitazione di Meloni e Salvini.
PerĂ² bisognerebbe aver dei premier oltre che dei leader, bisognerebbe avere dei dirigenti politici oltre che delle immagini di successo. E la destra non ne produce: non prendere Milano e Torino è una mortificazione per Salvini, ma non prendere Roma è di piĂ¹, è, come detto un’impresa a rovescio per la Meloni. Non era facile per la destra non prendere il sindaco di Roma, Giorgia Meloni ci si è messa d’impegno candidando un signore da opinioni ed eloquio a metĂ tra il vetero e l’ultrĂ . Una scelta che dĂ la misura della capacitĂ di premiership della Meloni.
