ROMA, 20 SET – Se il Pdl pensa che a salvare Milanese sarà il detenuto Alfonso Papa c’è da credere che la seduta di domani ha un finale già scritto. Sì perché il capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto ha posto la questione del quorum al presidente della Camera. Cosa significa? Secondo Cicchitto il fatto che Papa sia relegato in carcere non consente una votazione legittima in quanto non è stato rispettato il numero totale dei parlamentari abilitati al voto.
Le dichiarazioni di Cicchitto a Mattino 5 illustrano meglio di ogni possibile retroscena, l’angoscia della maggioranza per un passaggio parlamentare potenzialmente esiziale per le sorti dell’attuale governo. I giornali continuano a fare supposizioni su chi staccherà per primo la spina a un esecutivo moribondo. Si cerca di indovinare il casus belli, la goccia che faccia traboccare il vaso: il downgrade di Standard & Poor’s è solo l’ultima delle avvisaglie, il capo di Confindustria, ha dato un nome al segnale di discontinuità, Berlusconi si faccia da parte.
Milanese è un banco di prova attendibile per testare la tenuta della maggioranza e il grado di fedeltà imposta da Bossi. Sappiamo come andò a finire per Alfonso Papa. E’ quantomeno un paradosso politico che sia il morto (politicamente s’intende) a sostenere il vivo. Cicchito ha infatti dichiarato: “C’e’ una questione che porremo oggi al presidente della Camera, quella del quorum del Parlamento: gia’ oggi abbiamo Alfonso Papa che non vota perche’ in carcere, quindi non e’ rispettato il quorum totale dei parlamentari e questo apre una questione di regolarita’ del voto parlamentare molto seria”.
Duro il commento della deputata Idv Silvana Mura: “Il Pdl è ormai alla disperazione se si appresta, come annunciato dall’on. Cicchitto, a porre la questione del quorum totale dei Deputati che, a causa dell’assenza forzata dell’on. Papa attualmente detenuto, renderebbe non regolari le votazioni della Camera. Comprendiamo la necessità di evitare che la stessa sorte tocchi giovedi all’on. Milanese, ma soprattutto di evitare le inevitabili dimissioni del Ministro Tremonti che terremoterebbero il governo”.
”Quello che sorprende in questa iniziativa è che se la Camera non è nelle condizioni di esprimere voti regolari, allora non sarebbe stato regolare neppure il voto sull’ultima manovra economica approvata e questo avrebbe conseguenze devastanti per l’Italia. Inoltre in questo senso c’è già un precedente che il Pdl non ricorda, forse perché all’epoca esistevano ancora forza Italia e An. Ma la quattordicesima legislatura, ovvero quando al governo c’era sempre Berlusconi, si svolse per intero senza che fossero stati assegnati tutti e seicentotrenta seggi della Camera a causa di una difficoltà interpretativa della legge elettorale di allora”, conclude.
