Tra le polemiche passa alle Province autonome di Bolzano e Trento, oltre che alla Regione Lombardia, la gestione del Parco nazionale dello Stelvio. Il decreto è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 22 dicembre con alcuni distinguo attribuiti al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, tanto da far rimarcare al ministro degli Esteri, Franco Frattini, che la responsabile dell’Ambiente ha ottenuto ”importanti modifiche della proposta originaria”.
Il nuovo assetto del Parco fa parte di un pacchetto di norme, fortemente caldeggiato dalla Sudtiroler Volkspartei (Svp) che ha visto un’accelerazione del suo iter dopo l’astensione del partito autonomista altoatesino in occasione della sfiducia a Berlusconi. Tanto che il Pd è immediatamente intervenuto, affermando che, in questo modo, ”Berlusconi paga il debito assunto con Bolzano”.
Proteste si sono avute anche da parte del Wwf che ha parlato di ”precedente pericolosissimo” e Legambiente si è spinta a richiedere l’intervento del presidente Giorgio Napolitano di fronte ad una decisione giudicata anticostituzionale.
La decisione, poi, ha suscitato critiche anche da parte milanese, con il consiglio regionale che già il 21 dicembre aveva approvato un documento nel quale si denunciava lo ”smembramento” del parco, una vastissima area protetta, istituita nel lontano ’35 nel cuore delle Alpi e che abbraccia piu’ di 130 mila ettari di boschi, di ghiacciai e praterie.
Da parte sua, il ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto è intervenuto, assicurando che resta la ”configurazione unitaria” del Parco. Mentre il governatore altoatesino Luis Durnwalder, principale sponsor dell’operazione, esprime soddisfazione per quanto raggiunto, nello spirito – ha detto – di ”avvicinare maggiormente la popolazione al parco e ai suoi obiettivi”.
Da Trento giunge anche il placet del governatore Lorenzo Dellai, che sottolinea di avere ”condiviso il percorso” della norma, dando il suo assenso ”senza il quale – ha rimarcato – la proposta di legge non avrebbe potuto essere approvata”.
Le critiche. Negative, invece, le reazioni al decreto sul fronte degli ambientalisti, con Legambiente che ha messo in dubbio la costituzionalità di un provvedimento che ”cancella il più grande dei nostri parchi nazionali e 75 anni di storia italiana”. Per il Wwf la decisione ”si ammanta di un forte sostegno alle autonomie, ma, in realtà, costituisce un precedente pericolosissimo che potrebbe essere ripetuto in altre realtà sotto la spinta di interessi localistici e particolaristici”.
E, mentre i senatori Pd della Commissione ambiente accusano apertamente Berlusconi, Fitto e Frattini di avere voluto ”procedere nonostante l’opposizione del ministro Prestigiacomo e del Consiglio regionale della Lombardia” per ”pagare un debito di riconoscenza alla Svp che si è astenuta sulla fiducia al loro Governo”, da Bolzano la deputata Luisa Gnecchi (del Pd che, assieme alla Svp, governa la Provincia autonoma) contesta gli Ecodem del suo stesso partito affermando: ”Mi fido più del governatore Durnwalder, anche se è un cacciatore, che del governo Berlusconi e del ministro Prestigiacomo”. Così il ministro Franco Frattini ha buon gioco ad affermare: ”Credo che gli amici della Svp debbano finalmente comprendere le differenze tra il Pd e un governo realmente attento alle autonomie”.
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