Michela Vittoria Brambilla, ministro per Turismo del governo Berlusconi, ha messo le mani sull’Automobile Club. Lo racconta Repubblica. Con il vertice azzerato dalle dimissioni di cinque consiglieri su nove in due mesi, a fine 2009, il ricco ente che gestisce, tra l’altro, anche il Gran Premio di Monza, è stato commissariato.
A commissario straordinario, il ministro del Turismo ha nominato Massimiliano Ermolli, 38 anni e un padre importante: il cavaliere del lavoro Bruno Ermolli, da anni consulente del Gruppo Fininvest e consigliere di amministrazione, tra l’altro, del Censis, del Politecnico di Milano, di Fininvest, Mediaset e Mediolanum, oltre che presidente della Medusa Film. Insomma, un uomo molto vicino a Silvio Berlusconi.
La nomina di Ermolli e i nomi di alcuni probabili futuri consiglieri hanno scatenato una bufera di polemiche e sospetti, raccolti tutti in un esposto presentato alla procura della Repubblica di Milano e Monza. Secondo il quotidiano la Repubblica, il commissario nominato da Brambilla starebbe influenzando i risultati delle elezioni del 22 luglio, contestate dai candidati esclusi. Questi, riuniti sotto l’insegna “Per la trasparenza”, sono tra i firmatari dell’esposto. Secondo l’esposto, Brambilla non si è accontentata di Ermolli ma per sostituire la vecchia struttura di comando dell’Aci ha chiamato il figlio del ministro della Difesa Geronimo La Russa, e il proprio compagno, Eros Maggioni, che figurano nell’unica lista di candidati rimasta in piedi. Infatti, l’altra lista in gara, “Per la trasparenza”, non è stata ammessa dallo stesso commissario Ermolli per vizi di forma, decisione che ha provocato anche un ricorso al Tar.
Nella lista ci sono, racconta Repubblica, anche due dei dimissionari che hanno fatto cadere il vecchio consiglio: Michele Nappi, da tempo in Aci e candidato presidente, e l’avvocato Gian Galeazzo Monarca.
Le dimissioni dei due fanno discutere: secondo Pier Lorenzo Zanchi, ex presidente del consiglio direttivo, non erano motivate, ma servivano solo a provocare il commissariamento, il primo dell’Aci di Milano: “Dimissioni non motivate . Poco prima avevo accusato i manager di Sias, la Società incremento automobili e sport che gestisce l’autodromo. Avevo parlato di rischio fallimento, perché l’80 per cento del fatturato è legato alla Formula 1. Le dimissioni a catena servivano solo a provocare il commissariamento, il primo dell’Aci di Milano”.
“Noi sentiamo l’Aci come un’istituzione da difendere – dice Iacopo Bini Smaghi, uno dei candidati esclusi – . Vogliamo evitare che arrivi chi la spogli del suo patrimonio”.
D’altra parte la ricchezza dell’ente, secondo i denuncianti, può fare gola: c’è il Gran Premio, che vale circa 50 milioni di euro, ma anche un patrimonio di palazzi – tra cui corso Venezia 43 e 45 – terreni, aree ora occupate da distributori di benzina che valgono altri 70 milioni.
“Ci sono stati comportamenti e decisioni che potrebbero far ravvisare ipotesi di reato – scrivono i ricorrenti di “Per la trasparenza” – la procura esaminerà se vi sono gli estremi per l’azione penale”.
Ad essere contestato è innanzitutto il doppio ruolo di commissario straordinario e candidato di Massimiliano Ermolli. “Posizione incompatibile con il ruolo di garante delle elezioni” dicono i ricorrenti.
Ma soprattutto la denuncia fa riferimento al suo ruolo di consigliere di Sinergetica, la società di consulenza e pianificazione aziendale di famiglia, di cui è presidente il padre Bruno. A destare scandalo sono “i rapporti contrattuali di natura commerciale che Sinergetica ha in corso con l’Aci”, un’attività di consulenza che va avanti almeno dal 2008.
“Non esiste nessun conflitto d’interesse – replica ai sospetti Massimiliano Ermolli – . Lavoriamo da 15 anni con Aci Italia, non con Aci Milano”. Sulla compagine esclusa Ermolli assicura che “il regolamento parla in maniera molto chiara”. Sugli altri nomi in lista, è sicuro che “si tratta di persone legate agli interessi del territorio”.
L’esposto definisce invece “nebulosa” la candidatura di Eros Maggioni, compagno del ministro Brambilla. Maggioni, scrivono gli esclusi, “si associa alla sezione milanese dell’Aci solo 48 ore prima dell’indizione delle elezioni, anche se risiede a Lecco”. Accuse che ora dovranno essere verificate dalla magistratura. Come quella secondo cui ci sarebbero stati anomali acquisti di tessere per garantire l’elezione a candidati fidati, prima ancora che restasse una sola lista a poter essere votata.