ROMA – Avrà anche fatto retromarcia sulla “monotonia” del posto fisso, ma sull’articolo 18 Mario Monti non cambia idea, anzi rilancia: “Bisogna cambiarlo, scoraggia gli investimenti stranieri”.
Il presidente del Consiglio ha ribadito la propria posizione in un colloquio con La Repubblica. Ecco la posizione sull’articolo 18: “Per come viene applicato, sconsiglia l’investimento di capitali stranieri e italiani. Il governo non ha potere di intervento su come la giustizia è amministrata, ma ci possono essere chiarimenti o modifiche legislative che danno dei nuovi paletti a chi deve amministrare la legge. Non so dire se entro marzo sia essenziale una modifica o no”.
Monti è tornato naturalmente sulla frase in cui definiva “monotono” il posto fisso, espressione che gli è costata un mucchio di polemiche. Il premier ha cercato di spiegare che si trattava di una battuta e di un incentivo per i giovani: “Ma io dicevo che i giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Dovranno abituarsi a cambiare spesso luogo, tipo di lavoro e paese. Questo non è da guardare con spavento. Gli italiani hanno troppa diffidenza verso la mobilità e il cambiamento”.
Sempre a proposito di giovani, Monti li ha invitati a mescolare gli studi in Italia con esperienze formative all’estero: “Se hanno sufficienti mezzi, suggerirei di non pensare necessariamente a un futuro in Italia. Consiglio a chi vuole essere un protagonista, di fare la scuola e l’università in Italia e fare periodi di stage nelle università estere. E un periodo di specializzazione all’estero. Un percorso a segmenti multipli”
Infine Monti ha spiegato quali saranno gli obiettivi del suo governo per i prossimi mesi: “sulla giustizia pensa ad una «riforma strutturale» e non a interventi «spot« come quello sulla responsabilità civile dei magistrati da «modificare» al Senato. Sta poi studiando un sistema fiscale «progressivo» abbandonando i sogni della «flat tax», quella con una o due aliquote. E nell’arco dei suoi impegni ci sarà «presto» anche un intervento sulla Rai.
