Rancore “sudista” per i soldi pubblici alle opere pubbliche quasi tutte al Nord. Astio “nordista” per il Sud che rinfaccia al Nord la mafia dopo avergliela esportata. Ostilità e barricata del Nord contro il Sud che vorrebbe esportare a settentrione anche l’immondizia. Reciproca gelida indifferenza sulle rispettive alluvioni subite, quella in Veneto e quella in Campania. Troppe per essere coincidenze: Nord e Sud si amano sempre meno. Nord e Sud si guardano con sospetto, ostilità , rancore ed astio. Ultima occasione in pochi giorni: i 21 miliardi di euro stanziati dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) per la realizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture sul territorio nazionale. Tutto aNord, al Sud le briciole.
I dati sono chiari. Alla Puglia 240 milioni. Al Lazio 2,7 miliardi. Il resto va dalla Toscana in su. Questa la lista: 143 milioni in Piemonte per la Torino-Lione, 3,8 miliardi in Lombardia per il tratto Brescia-Treviglio, 4,6 miliardi in Trentino per il valico del Brennero, altri 1,6 miliardi sempre in Trentino per la galleria di Fortezza, 230 milioni in Veneto per la settima tranche del Mose di Venezia, 6,2 miliardi in Liguria per il terzo valico di Giovi, 1,8 miliardi in Toscana per l’autostrada tirrenica.
Nel Lazio 2,7 miliardi per l’autostrada Pontina, in Puglia 29 milioni per l’adeguamento ferroviario a Bari e altri 33 milioni per la piastra logistica di Taranto. Sicilia, Calabria, Campania, Molise, Basilicata restano a secco, per loro neanche un centesimo. Vengono dopo, lo dice anche un ministro, quello delle Infrastrutture Altero Matteoli: “Presto esamineremo un piano organico di opere per il Sud che sia coerente con le risorse disponibili”. Il Sud legge la lista e schiuma di rabbia.
E Nord e Sud si rinfacciano la mafia. Protagonisti sono Roberto Formigoni e Nichi Vendola, con poi l’inserimento inaspettato di Carlo Giovanardi. Si parte da Vendola, governatore di Puglia, in diretta da New York: “Non dimentichiamoci che oggi la Regione più mafiosa d’Italia è la Lombardia”. Quindi la replica di Formigoni che della Lombardia è governatore: “Vendola deve vergognarsi e dovrebbe ritirare questo insulto. La Lombardia è la regione più attaccata dalla mafia, dalla ‘ndrangheta, dalla camorra e dalla Sacra corona unita. Tutte realtà che Vendola conosce meglio di me e meglio di qualunque cittadino lombardo”.
Sembrava dovesse essere uno scontro a due ma invece Giovanardi si è inserito con una tempistica che rasenta la perfezione. “E l’Emilia dove la lasciamo?”, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del consiglio. “Di fronte ai micidiali colpi che il Governo e Forze dell’ordine stanno assestando alla criminalità organizzata, da Saviano a Vendola la sinistra sta orchestrando una mirata e scientifica campagna mistificatoria per far credere che il problema siano la Lombardia e la Lega. Mi domando perchè questi personaggi non citino mai l’Emilia Romagna, dove Procure Antimafia, polizia e carabinieri stanno denunciando da tempo una massiccia infiltrazione della criminalità organizzata di stampo camorristico”. Dopo il “verde” della Lombardia Giovanardi quindi tira fuori il “rosso comunista” dalla regione Emilia.
E sui rifiuti è guerra di parole a “frontiere” chiuse. Il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, ha proposto: “I rifiuti di Napoli che non possono essere smaltiti in quanto eccedono dalle discariche, portiamoli in altre regioni, magari al Nord che stanno messi meglio da quento punto di vista. Non per sempre ma finchè la situazione di emergenza non si risolve”. La proposta non tiene però conto di una cosa, al Nord i rifiuti di altre regioni non li vogliono, specie se provengono dai “terroni sporcaccioni”. Per questo il leghista Roberto Castelli ha “semplicemente” detto: “Che se la risolvano loro”.
Solo chiacchiere di politici in perenne battaglia? Mica tanto: l’ uomo della strada del Sud ha vissuto con freddezza l’alluvione in Veneto, subito soccorso dal governo “amico” a differenza del mezzo milione di campani senza acqua potabile fino a Natale. Lì 300 milioni pronta cassa, al Sud qualche scavatrice a rapprezzare l’acquedotto. Così se la vivono al Sud.Simmetricamente l’ uomo della strada del Nord vede poco si è scosso e smosso per l’alluvione a Salerno o per il crollo di Pompei. Luca Zaia, governatore veneto ha detto di Pompei: “Quattro sassi”. La sua gente ha annuito. E meno male che sono i 150 anni dell’unità d’Italia.