Silvio Berlusconi lavora alla quota di sicurezza per il suo governo. Chi farà parte dei 316 deputati della salvezza, depurati dai voti finiani, nell’aula di Montecitorio il 29 settembre? Per ora i voti “sicuri”, oltre a quelli di Pdl e Lega sono quelli di altri 7 deputati: cinque ex Udc e due fuoriusciti dall’Api di Francesco Rutelli. Dal partito di Casini sono usciti Saverio Romano, Calogero Mannino, Giuseppe Drago, Giuseppe Ruvolo, Michele Pisacane, mentre dall’Api arrivano Bruno Cesario e l’imprenditore già ex Pd Massimo Calearo.
Se a Montecitorio gli iscritti al Pdl sono 235, più quelli della Lega che sono 59 fanno 294. Con i cinque di Noi Sud  nato dalla scissione dall’Mpa di Raffaele Lombardo (Elio Vittorio Belcastro, Antonio Gaglione, Arturo Iannaccone, Antonio Milo, Luciano Mario Sardelli), tre Liberal democratici (Maurizio Grassano, Daniela Melchiorre e Italo Tanoni) e i cinque siciliani dissidenti diventano 307. Ci sarebbero anche Francesco Pionati e Francesco Nucara e si profila anche il voto positivo dell’imprenditore veneto Pd Massimo Calearo. Quindi 310. Potrebbero anche aggiungersi altri tre dissidenti Udc, ma non si arriverebbe comunque all’obiettivo 316. Il Corriere della Sera scrive che i cinque dissidenti centristi “stanno operando un pressing su due lombardi (l’ex capogruppo centrista Luca Volontè e Pietro Marcazzan, subentrato da pochi giorni a Luciano Ciocchetti, ora nella giunta Polverini), mentre non perdono  le loro speranze di riuscire ad attrarre anche il pugliese Angelo Cera”.
Allora come voterà l’Mpa di Raffaele Lombardo con il suo pacchetto da cinque? Le parole contro il governo ci sono state, domenica 26 ha anche detto: “Occorre cambiare questa barbara legge elettorale e questo falso bipolarismo che non assicurano né sviluppo né stabilità ai governi del Paese. Per questo il Movimento per le autonomie è pronto a impegnarsi a sostenere qualsiasi governo e di maggioranza che nasca per riformare questa legge elettorale”, ha detto Lombardo, concludendo a Catania la Festa dell’autonomia.