SIENA – Il Palio di Siena è stato vinto dalla Contrada dell’Oca ma, più che sulla gara agonistica, in queste ore la battaglia si è spostata sul piano politico.
Come scrive Marco Gasperetti sul Corriere della Sera, a tenere banco sono state soprattutto le dichiarazioni del sottosegretario Francesco Giro (“Neppure il prossimo anno il Palio sarà candidato per il riconoscimento di patrimonio culturale dell’Unesco”) e soprattutto il commento della ministra Michela Vittoria Brambilla: “E’ giusto così”.
La Brambilla, ministro “animalista” che addirittura aveva ipotizzato che il Palio potesse chiudere i battenti, ha detto: “È giusto non candidare il Palio all’Unesco. Non è questa l’immagine dell’Italia che vogliamo dare, quella che prevede un divertimento che contempla la morte di animali” .
Subito è giunta la risposta del governatore toscano Enrico Rossi: “Non si fa marketing politico sul Palio perché è cosa troppo seria, merita rispetto e nessuno ha il diritto di offenderlo” .
Il sottosegretario Carlo Giovanardi, continua Gasperetti, ha però dato man forte al governatore assicurando: “Il governo non si è neppure sognato di mettere in discussione il Palio di Siena, e manifestazioni analoghe che si svolgono nel nostro paese”.
Per quanto riguarda la gara, ha vinto l’Oca con il fantino Giovanni Atzeni, detto Tittia e il baio Mississippi. Ma si è trattato, racconta Gasperetti, di “un Palio drammatico, difficile e doloroso, segnato non solo dal lutto della vigilia per la morte di «Messi» , il cavallo della Chiocciola, ma per le cinque cadute da brividi durante la corsa, quelle della Tartuca e della Lupa alla curva di San Martino (la stessa del tragico incidente di venerdì) e del Bruco, Civetta e Istrice alla seconda curva, quella del Casato”.