ROMA – ''In una quindicina di giorni da oggi avremo il decreto'' sui redditi dei dirigenti dello Stato che porra' anche limiti ai loro stipendi. Lo annuncia al Quotidiano nazionale il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi, spiegando che ''la retribuzione massima sarà pari a quella del primo presidente della Corte di Cassazione: 293mila euro'', non cumulabili con altri incarichi in quanto ''il tetto sara' assoluto''.
Alla domanda se vada abolita la possibilità di ricoprire incarichi fuori ruolo, Patroni Griffi replica di no: ''Credo anzi che sia una risorsa per lo Stato. E comunque questa possibilità vale per tutti, non solo per i magistrati'', ''se si svolge un ruolo maggiore è giusto che questo venga riconosciuto. E poi le norme di cui stiamo parlando rappresentano già una risposta forte. Il tetto, ora, c'e''' e ''non e' poco''.
''Il rischio c'è'', afferma poi il ministro sul fatto che abbassando gli stipendi si fatichera' a trovare personalita' di alto livello, ''e' evidente – osserva – che, soprattutto in quei settori dove esiste reale concorrenza, il privato potrebbe esercitare un'attrattiva maggiore rispetto al pubblico'' ma nel privato ''non e' possibile'' calmierare gli stipendi. ''Giocherà a vantaggio dello Stato – aggiunge – il fatto che certi incarichi pubblici fanno curriculum, ma più in generale spero che a contare sia l'orgoglio''.
Secondo Patroni Griffi, i dipendenti pubblici non sono troppi ''ma sono spesso mal distribuiti. Intendo cominciare l'opera di razionalizzazione con le amministrazioni periferiche dello Stato''. Alla domanda se recepirà gli emendamenti radicali al decreto anticorruzione per introdurre l'anagrafe pubblica degli eletti, il ministro fa sapere: ''Di certo introdurremo criteri di trasparenza sulla situazione reddituale o patrimoniale dei dirigenti pubblici. Soprattutto per quelli più esposti al rischio corruzione''.