
ROMA – “I senatori del Pd hanno deciso di votare per il governo, ma tre incarichi per Angelino Alfano sono troppi”. Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato, spiega la decisione dei democratici di non votare la sfiducia ad Alfano, ma anche che chi ha commesso errori nel caso kazako deve pagare e che Alfano, che è ministro degli Interni, vicepremier e segretario del Pdl, è soggetto a troppi e onerosi incarichi.
Zanda ha dichiarato in un’intervista al Messaggero:
“La decisione dei senatori democratici, votata dalla nostra assemblea, scaturisce da una profonda convinzione politica: questo governo è una necessità per il Paese. Questa vicenda va chiarita fino in fondo. Ci sono stati comportamenti ed errori gravi da parte di chi ha gestito la vicenda la sera del 28 maggio e nei giorni seguenti e noi vogliamo sapere tutta la verità ”.
Il capogruppo Pd la Senato ritiene poi che Alfano abbia troppi incarichi:
“È evidente, poi, che è eccessiva la concentrazione in una sola persona di tre incarichi così onerosi come ministro degli Interni, vicepremier e segretario del Pdl. E’ una situazione rischiosa: non dedicandosi a tempo pieno a nessuno dei tre incarichi, si possono commettere errori o omissioni”.
Ma Zanda spiega che il no alla sfiducia ad Alfano è dettato dal precario equilibrio dell’Italia e dalla necessità che il governo sopravviva per portare a termine le riforme necessarie:
“Siamo davanti a un caso molto grave. Sul nostro no alla mozione di Sel e Cinquestelle pesa anche la situazione del Paese, cioè la necessità di mantenere la stabilità del governo. Le ragioni per le quali tre mesi fa abbiamo contribuito a far nascere l’esecutivo di Enrico Letta permangono pienamente: solo ieri Bankitalia ha segnalato le difficoltà finanziarie che non mutano e l’Istat ha documentato l’aumento spaventoso delle povertà . L’Italia ha bisogno di un governo. Il no a quella mozione poi, nasce anche dal rispetto dovuto al rapporto del prefetto Pansa. Il capo della Polizia ha certificato che il ministro non sapeva nulla, che non era stato informato delle espulsioni della Shalabayeva e di sua figlia ed è questa la base su cui poggia il nostro voto”.
