ROMA, 15 APR – Archiviata, per il momento, la prescrizione breve, il Pdl rilancia gli interventi parlamentari sul caso Ruby. Da un lato un’interrogazione urgente dei capigruppo al Senato al ministro della Giustizia Angelino Alfano, per chiedergli di avviare ”iniziative ispettive e disciplinari” contro la procura di Milano.
Dall’altra una norma volta a imporre lo stop al processo Ruby, nel caso in cui la Consulta dichiarasse ammissibile il conflitto d’attribuzione sollevato dalla Camera. ”Il Parlamento e i ministri si mettono al servizio degli avvocati di Berlusconi”, riassume caustico il leader del Pd Pier Luigi Bersani. Mentre il fronte delle leggi in materia di giustizia si fa sempre più caldo. Sono i capigruppo al Senato Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello a presentare nella mattinata di venerdì la loro interrogazione sul caso Ruby.
Una mossa che, sottolineano dall’opposizione, offre al Guardasigilli Alfano il destro per poter intervenire con azioni disciplinari contro i magistrati milanesi. Il Pdl denuncia ”una serie di gravi violazioni”. Che si riassumono in due accuse principali: aver ritardato l’iscrizione nel registro degli indagati di Berlusconi ”per consentire l’attivazione del giudizio immediato” e aver svolto intercettazioni ”indirette” del premier senza autorizzazione, violando il divieto imposto dalla Costituzione e dalla legge Boato.
Ma mentre l’Idv definisce l’interrogazione una ”vile intimidazione ai giudici di Milano”, è su un altro intervento del Parlamento sul caso Ruby che l’opposizione leva il suo allarme (”La misura è colma”, ”ora l’ossessione del premier è lo stop a quel processo”, dice il Pd). Si tratta di un emendamento, da inserire in uno dei provvedimenti all’esame sulla giustizia, per sospendere d’imperio il giudizio una volta che la Corte Costituzionale dichiari ammissibile il conflitto d’attribuzione.
Quagliariello nega, sostenendo che la sospensione è automatica, ma poi butta lì un sibillino: ”Mi auguro non ci sia bisogno di un emendamento” nel caso in cui invece quella sospensione non dovesse arrivare. Ma la tenaglia del Pdl sul caso Ruby non esaurisce il capitolo giustizia. C’e’ infatti la legge sulle intercettazioni, rilanciata appena ieri da Berlusconi. Con Domenico Scilipoti che propone un testo per stabilire che possano essere usate come prova solo unitamente ad altri elementi. E c’è ancora da approvare al Senato (dove non arriverà in Aula prima di Pasqua) la prescrizione breve.
Alla Camera, esulta il premier, il voto su quella norma ha sancito il fallimento di un nuovo tentativo di ”ribaltone”. Ma sul varo della legge che porrebbe fine al processo Mills, pende l’incognita delle valutazioni che Giorgio Napolitano si riserva di fare. Sempre a Palazzo Madama il Pdl, annuncia Gasparri, chiederà che venga calendarizzato presto in Aula il provvedimento gia’ ribattezzato ‘allunga-processi’, che consente alla difesa di presentare lunghi elenchi di testimoni.
E non cede il Pdl, anche nei confronti del Csm: ”I pareri del Csm si forniscono quando sono richiesti”, mandano a dire Gasparri e Quagliariello – che hanno presentato una legge al riguardo – al vicepresidente Vietti. ”Insomma, siamo ridotti cosi’: gli avvocati dicono e il Parlamento e i ministri eseguono”, dice Bersani.
Del resto Berlusconi ”o fa delle leggi per bloccare i processi o finisce a San Vittore”, sottolinea Di Pietro. Mentre il presidente della Camera Gianfranco Fini ribadisce: ”L’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e’ un valore, mica una ‘leggina’ o un regolamento”.