ROMA – Daniela Santanchè una settimana fa: “Il Pdl è sciolto”. E il giorno dopo il Pdl era ancora lì. Daniela Santanchè un giorno fa: “Dimettetevi tutti”. Reazioni bollenti degli altri esponenti del partito: “Vergognati, no a sfascismi”, è la parola d’ordine. No a sfascismi, o meglio no a “sfasciacarrozzismi”.
Niente rottamazione insomma, semmai rimpasto, rinnovamento, azzeramento… perchè quella parola in casa Pdl proprio non la vogliono sentire. Le esternazioni della Santanchè stanno comunque suscitando polemiche e soprattutto scucendo parecchie bocche rimaste chiuse per tanto tempo, come sospese sul da farsi. Che ci siano la mano e la testa di Berlusconi dietro la Santanchè non è una certezza, ma un’ipotesi decisamente probabile. Berlusconi è difficile, se non impossibile, che si ricandidi, ma sondare il terreno per capire bene come comportarsi è una mossa che bene si addice a questa sorta di “ruolo ombra”.
E allora che si tratti di formare un nuovo partito, o far risorgere il Pdl dalla macerie, poco importa. Importa invece capire su quali uomini fare affidamento, quali amici trattenere e quali allontanare per le mosse future. Proprio Daniela Santanchè sembra la più sicura. E’ lei in prima linea, è lei che con le sue dichiarazioni e provocazioni sta facendo una scrematura delle unità.
Dopo il fallimento dell’ultimo governo Berlusconi, dopo gli scandali nelle Regioni targate proprio Pdl, e dopo l’effetto Renzi che aumenta la voglia di novità anche nel centrodestra, rifare il partito è una priorità non ancora entrata nella testa e nelle intenzioni di tutti i pidiellini. Questo Berlusconi lo sa, come comportarsi un po’ meno. Pasturare le acque per vedere quali pesci far abboccare è solo la prima mossa. La Santanchè ha in mano la canna da pesca in questo caso, ma la barca la continua sempre e comunque a manovrare Berlusconi.
