ROMA ā Eā un diluvio di parole che si interrompe ogni tanto solo per riprendere il filo del discorso: Antonio Pennacchi si presenta a Montecitorio per lanciare il laboratorio āfascio comunistaā per Latina, il progetto della lista che porta il suo nome, e subito si capisce che i suoi non saranno mai i comizi della vecchia politica.
āLatina rispecchia āpara, paraā la situazione del resto dāItaliaā, esordisce in dialetto romanesco, lāautore di Canale Mussolini che ne ha per tutti, a destra e sinistra. āQualcuno dice che āfascistiā e ācomunistiā non possono stare insieme: che noi ci dobbiamo solo menĆ mentre loro si fanno i cazzi loroā, dice lo scrittore svelando che ai servizi segreti ha subito pensato in occasione dei fatti di Casa Pound. āCi dicono che le ideologie sono tramontate, che le esperienze del fascismo e del comunismo del ā900 sono andate male. Certo che ĆØ cosƬ, ma ĆØ vero anche che se erano ancora quei tempi lĆ da moā che Berlusconi stava al confino. Direte: questi sono paragoni offensivi. Certo ā aggiunge ā per Mussolini!!ā attacca Pennacchi che scherza anche sui vizi dei due: certo anche Lui andava a mignotte ma poi non le faceva ministro!!ā.
āIo ā continua ā sono iscritto ancora al Pd: a questo giro mi cacceranno. Ma il mio sogno ĆØ che il partito si possa sciogliere, che se ne faccia uno nuovo: UnitĆ Nazionale. A me ā dice ancora ā mi fanno incazzare non solo quelli a destra ma anche quelli a sinistra che dicono āva bene Pennacchiā ma i āvoti da destra sono inaccettabili. Salvo poi prendersi i voti dei āfasciā di nascostoā. Promuove, invece, quella che definisce la āprovocazione artisticaā di Asor Rosa: āa me ĆØ piaciuta. Mica cāha tutti i torti a pensare che se lo devono andare a pigliĆ i carabinieriā.
A Latina Fli con Penancchi vuole proporre un progetto che sia tutto il contrario di un progetto ānostalgicoā: un laboratorio innovativo che vede il capoluogo pontino come āmetafora dellāItalia interaā, dove emerge con chiarezza āla spregiudicatezza della classe dirigente del Pdlā. āQuesta cosa lāabbiamo fatta a Latina, e chi poteva farla se non io? Il mio mestiere ĆØ un altro, la politica mi fa incazzare. Questo ĆØ un paese che pende su un piano inclinato, che vede accrescersi il divario tra i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchiā dice lo scrittore che presenta il progetto assieme al capolista, Fabio Granata e al candidato sindaco Filippo Cosignani e a Claudio Barbaro. Ma nella Lista Pennacchi per Latina ci sono anche Luciano Lanna e Filippo Rossi.
āCi hanno detto che ci facevano la Salerno-Reggio, il Ponte sullo Stretto, la Variante di valico: dopo 20 anni non cāĆØ niente. A me se cāĆØ un ministro che mi sta qua ĆØ Tremonti: ci diceva che eravamo il bengodi, che il manifatturiero non serviva più ora ci dice che lui lāaveva sempre detto che cāera la crisi. Ci dicevano che si doveva privatizzare e ora ogni volta che vado in autostrada devo pensare che appartiene a Benetton, e ora ti dicono di rifare lāIri per difendere le mozzarelleā si sfoga ancora Pennacchi che confessa, però, di essersi preso un tranquillante per evitare di prendersela troppo in conferenza stampa.
Ma gli strali partono contro tutti: cita a memoria versi del quinto canto dellāInferno di Dante per paragonare il governo Berlusconi alla lussuria di Semiramide. ā I traditori del fascismo sono quelli che stanno con Claudio Fazzone e con Berlusconiā conclude chiamando in causa anche Gasparri: ānella divisione dellāasse ereditario a noi ĆØ toccato il senso dello Stato, lāunitĆ della Patria e della nazione, le bonifiche e lo stato sociale. A voi sono rimaste le leggi razziali e le guerre perseā.
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