“I ministri Frattini e Prestigiacomo si facciano promotori a livello internazionale di una richiesta di moratoria per lo stop a nuove trivellazioni nel Mediterraneo, per tutelare i mari e le coste italiane dal rischio di una sciagura che potrebbe essere ben peggiore di quella della Louisiana. La Libia non ha ratificato la Convenzione di Espoo che impegna a creare commissioni congiunte transfrontaliere per le valutazioni degli impatti ambientali, ma si professa essere nostra alleata: il Governo utilizzi il proprio canale privilegiato di rapporti con Gheddafi per mettere il Mediterraneo al riparo da nuove tragedie ambientali”.
Lo dichiara il senatore del Pd Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente, che ha presentato in merito un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e degli Esteri.
“La Libia non ha purtroppo ratificato la Convenzione di Espoo – aggiunge Della Seta – che prevede di sottoporre a valutazione ambientale i singoli progetti che possano avere ripercussioni su stati vicini, ma ha firmato la Convenzione di Barcellona sulla protezione del Mediterraneo. Inoltre sappiamo bene che tra il premier Berlusconi e il colonnello Gheddafi vi è una solida amicizia, che potrebbe tradursi in una moratoria che sospenda l’autorizzazione al progetto di trivellare nel Golfo della Sirte alla profondità di circa 1700 metri, ovvero diverse centinaia di metri più giù rispetto al pozzo della Bp che ha causato il disastro del Golfo del Messico”.
“Disastro che a detta degli esperti nel Mediterraneo aumenterebbe in maniera esponenziale, tenendo conto della conformazione del mare, delle coste e delle correnti. Se il governo italiano non riuscirà a far desistere dai propri progetti la Libia, i divieti parziali di trivellazione previsti nei nostri mari – conclude Della Seta – serviranno a ben poco, essendo il pericolo in agguato a pochi km dalle nostre coste”.