“Le prostitute svolgono un lavoro come un altro. Guadagnano e anche parecchio. Pertanto devono essere sottoposte ad un regime fiscale come chiunque altro svolga un’attività professionale”: il sindaco di Albenga Rosalia Guarnieri, della Lega Nord, ne è convinta, e si augura che la proposta formulata nell’incontro col ministro dell’Interno Roberto Maroni, ieri a Savona per firmare il “Patto sulla sicurezza”, si concretizzi magari con un’aggiunta ad hoc alla Manovra decisa dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Il sindaco chiarisce però che “non spetta certo a un sindaco ‘costringere’ le prostitute a lavorare con la partita Iva e rilasciare fattura ai clienti”. “Non posso certo firmare io un’ordinanza per rilasciare la partita Iva alle lucciole – spiega Rosalia Guarnieri -. Decisioni del genere spettano certamente al Governo e non a un amministratore comunale.
“Ribadisco, invece, che trovo giusto riconoscere la prostituzione come un’attività qualunque. Tante donne si prostituiscono perché sono obbligate, altre lo fanno perché lo vogliono fare. E’ quindi un lavoro che deve essere regolamentato fiscalmente e monitorato dallo Stato.
“Albenga è una piazza dove la prostituzione sia sulla strada che nelle case è cresciuta – dice ill sindaco -. Ragazze di tutte le nazionalità la sera attendono i clienti sull’Aurelia. In ogni modo, anche i sindaci che mi hanno preceduta, hanno tentato di debellare, ma senza riuscirci il fenomeno delle lucciole sulla strada. Non sono bastate le retate e le multe fatte pagare agli automobilisti. Il problema esiste e va affrontato in maniera diversa.
“A questo punto un buon motivo sarebbe quello di tassare le prostitute e non è certo perché stiamo vivendo in un periodo di crisi – prosegue Guarnieri -. Le prostitute guadagnano. I soldi si sa finiscono ad organizzazioni criminali. Una montagna di denaro evasa, e all’Erario non resta nulla. Se invece la prostituzione venisse regolamentata credo inoltre che sarebbe possibile censire coloro che svolgono anche questa attivita”.
