ROMA – In attesa che il governo risolva il problema degli esodati creati dalla riforma Fornero, con il ddl Delrio “rischiano di arrivare anche gli esodati delle province”, cioè migliaia di consiglieri provinciali, secondo Renzi 3.000, che, dall’entrata in vigore della legge e dunque prima della loro scadenza naturale, si ritroveranno senza stipendio e senza funzioni.
A lanciare l’allarme è Roberto Calderoli che dà ogni colpa di quanto sta per accadere al “modo in cui è stato scritto il maxiemendamento al ddl Delrio” approvato dal Senato. “Mentre qualcuno pensava che l’abolizione dei consigli provinciali sarebbe partita dal giorno successivo alle elezioni previste per il 25 maggio – denuncia Calderoli nell’Aula del Senato prima di votare l’urgenza per il ddl costituzionale che dovrebbe “cancellarle davvero quelle province” – qualche cervellone di funzionario ha fatto in modo che il giorno in cui entrerà in vigore il disegno di legge sarà quello in cui verrà trasformato in legge, e quindi il 7 aprile perché deve essere pubblicato l’8 dal momento che il 9 c’è l’indizione dei comizi elettorali.
Il giorno 7, pertanto, i Consigli provinciali verranno sostituiti dal Presidente. È la prima volta che un organo elettivo, prima della sua scadenza, si veda tagliato il mandato attraverso una legge ordinaria. È una cosa che neanche Mussolini ha fatto, francamente”.
“Quindi – aggiunge il senatore della Lega – mi auguro che nel passaggio alla Camera qualcuno vi ponga rimedio, perché voglio vedere, il giorno successivo alla data di entrata in vigore di quella legge, chi sarà quello che firmerà un pasticcio del genere o farà qualunque cosa, perché qualunque atto potrà essere per lui motivo di risarcimento di danni per il danno patrimoniale che ha arrecato, in quanto non potrebbe pagare più neanche i consiglieri provinciali che dovevano ricevere uno stipendio fino al 25 maggio”.
Secondo Calderoli, infatti, il “presidente stesso e la Giunta dal giorno 7 non percepiranno più alcunché e potranno far solo l’ordinaria amministrazione. Anche se uno ha già approvato il bilancio di previsione, deve lavorare solo per dodicesimi e quindi non può mantenere gli impegni che già ha assunto sulla base del bilancio di previsione”. “Quindi – è l’appello di Calderoli – si acceleri con il ddl costituzionale e lo si faccia in fretta se si vuol porre rimedio a questo pasticcio”.
“Occhio però, colleghi, a non voler fare i furbi se qualcuno pensa che tutto questo poi vada a finire nel grande disegno generale”. “Siamo partiti dalla riforma del Senato – conclude – poi ci abbiamo aggiunto il Titolo V. Ora sui giornali leggo che si toccherebbe anche la forma di Governo. Te saludi! Le Province continueranno ad esistere per tanti anni a venire…”.
Grazie all’articolo 82 del ddl Delrio, insomma, con l’entrata in vigore della riforma, migliaia di consiglieri provinciali si troverebbero senza funzioni e senza stipendio molto prima della scadenza del mandato elettorale. E ad amministrare le Province resterebbero solo il presidente e la giunta, senza Consiglio. Il provvedimento, avverte ancora Calderoli, “può essere una bomba, a meno che la Camera non lo modifichi”. Ma in quel caso dovrebbe tornare al Senato e, al fatidico 9 aprile, mancherebbe troppo poco tempo. “Davvero un bel pasticcio”, incalza l’ex ministro, “non c’è che dire…”.