ROMA – La sindaca di Roma ci ripensa e molla Berdini, dopo aver ascoltato la registrazione audio dell’intervista “rubata” dalla cronista della Stampa (per ascoltare clicca qui). La riserva con cui Virginia Raggi ha respinto le dimissioni dell’assessore Berdini è durata quindi giusto il tempo di ascoltare direttamente dalla sua voce le parole con le quali definiva la sindaca “inadeguata” e circondata da una “corte dei miracoli”.
Lei lo voleva cacciare subito, Grillo l’aveva invitata a riflettere e aspettare: il compromesso è stato appunto quel bizantinismo con cui ha respinto le dimissioni riservandosi di cambiare idea, soluzione originale visto che in genere accade il contrario, per cui si accettano le dimissioni con la riserva di non procedere. Un modo cervellotico di prender tempo. Il cartellino giallo esibito dalla Raggi però ha fatto presto a diventare rosso.
«Se sono inadeguata perché sei ancora in giunta? Se davvero è quello che pensi di me perché non te ne sei già andato? Come faccio a fidarmi di te? La fiducia è lesa, così non si può continuare». Virginia Raggi alla fine sbotta con Paolo Berdini che ha detto tutto il male possibile sulla sindaca nel colloquio pubblicato in mattinata dall’odiata carta stampata. Grillo è d’accordo, la fiducia è lesa. (Mauro Evangelisti, Il Messaggero)
Ancora una volta è una registrazione audio a smentire le smentite dell’assessore all’Urbanistica di Roma Paolo Berdini: prima quella frase indirizzata alla società della Roma e agli investitori (“L’hanno presa sui denti”), quindi l’ultima che gli è stata fatale. Non è bastata la mediazione di Grillo, non sono bastate le scuse del vecchio professore che, come ha riferito la stessa sindaca, “si è presentato con la cenere in capo e i ceci sotto le ginocchia”.