ROMA – Il governo ha bocciato (o come minimo rimandato l’approvazione a settembre 2014) il piano di rientro della Regione Lazio dal disavanzo: l’ente guidato da Nicola Zingaretti potrebbe così perdere i fondi salva-bilancio dello Stato, e la cosa avrebbe delle conseguenze anche sull’indebitata Atac, l’azienda di trasporto pubblico locale di Roma, alla quale la Regione ha promesso 100 milioni.
I tecnici del Ministero dell’Economia contestano a Zingaretti un eccesso di autonomia nei suoi progetti di gestione dei fondi che dovrebbero servire a riparare i conti disastrati del bilancio regionale. Il governo ha messo al fianco del presidente della Regione, commissario per la Sanità, due subcommissari che Zingaretti non ascolta: Gianni Giorgi e Giuseppe Antonino Spata. Scrive Mauro Evangelisti sul Messaggero:
“Cosa non funziona? I tecnici contestano il ritardo nella presentazione del piano operativo degli ospedali, quello che tra le altre cose deve determinare una riduzione di circa 900 posti letto (a Roma). Ma non è solo un problema di ritardi: i tecnici contestano che non sia stato concordato con i sub commissari. Da sapere: il commissario per la Sanità è Nicola Zingaretti, presidente della Regione, ma al suo fianco c’erano due sub commissari (Giorgi e Spata) che rappresentano il governo e che non hanno sottoscritto il piano.
«Siamo in una fase di passaggio – spiega Alessio d’Amato, che guida la cabina di regia della sanità – ma siamo pronti a collaborare con il nuovo commissario e a condividere con lui il piano»”.
Commissari, subcommissari, cabine di regia: un caos al quale si aggiunge l’arrivo di un nuovo sub commissario voluto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, Renato Botti, ex dirigente della Sanità alla Regione Lombardia molto vicino all’ex governatore Roberto Formigoni
“Zingaretti e i suoi non hanno fatto salti di gioia. Botti entrerà in servizio martedì e già ci sono polemiche per il maxi compenso del nuovo sub commissario, che si porterà alcuni collaboratori e che dovrebbe percepire circa 180 mila euro all’anno. E soprattutto si tratta di una personalità forte con cui il presidente Nicola Zingaretti sarà costretto a fare i conti nel governo della sanità.
Ma proprio il verbale del tavolo i cui sono rappresentati Ministeri dell’Economia e della Salute richiama la Regione e le chiede di collaborare, ridimensionando il ruolo della cabina di regia guidata da D’Amato, uomo di fiducia del governatore”.
Nel verbale c’è scritto che il piano col quale la Regione pensa di rientrare dalla voragine del debito, causata per lo più dalla Sanità, deve essere sottoscritto e concordato col governo, che poi è il soggetto che sgancia i soldi:
Si legge: «Tavolo e comitato ricordano che i documenti attinenti al mandato commissariale devono essere sottoscritti dall’intera struttura commissariale, unica deputata alla programmazione sanitaria. La struttura regionale tutta, nel contesto di una Regione sottoposta a commissariamento, non può interferire con l’esercizio di funzioni che sono espressione di un potere statale». In sintesi: «Si chiede di ricevere il programma operativo 2013-2015 sottoscritto dall’intera struttura commissariale, così come oggi composta».
In sospeso c’è il discorso dei 100 milioni per Roma:
Dalla verifica dei Ministeri dovevano arrivare anche risposte per il Comune di Roma. La Regione trasferirà una parte delle tasse pagate in più per ripianare il disavanzo della sanità del Lazio al trasporto pubblico locale di Roma. Questo ha consentito al Campidoglio di approvare il bilancio 2013. Zingaretti ha promesso 100 milioni. Ci sono questi soldi? Il 2012 si è chiuso con un disavanzo di 614 milioni, ma le entrate fiscali per coprire questo buco sono state di 808 milioni.
Cento milioni che non faranno fare salti di gioia ai residenti delle province di Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti, che pagheranno più tasse per ripianare i debiti della Capitale. Zingaretti infatti come garanzia per il governo ha presentato un’extra-gettito. Che cos’è? Tasse in più con l’aumento dell’addizionale Irpef regionale:
“L’extra gettito (i soldi in più): 195 milioni. Tutto risolto, Zingaretti può trasferire i 100 milioni a Roma Capitale? No. Senza il via libera al piano 2013-2015 tutto è fermo. Ma come è andato il disavanzo invece nel 2013? «Tra i 550 e i 600 milioni» prevede D’Amato. Un buon risultato. Gli advisor fanno una previsione meno ottimista, 611 milioni.”