La “terza gamba” non stecca la prima e il governo esce più forte (almeno nei numeri) dalla seduta della Camera dei deputati di mercoledì 19 gennaio. In calendario c’era il voto sulla relazione annuale sulla Giustizia presentata dal ministro Angelino Alfano. Scontato l’ok del Senato, alla vigilia, tra i deputati della maggioranza c’era più di qualche preoccupazione.
Invece, numeri alla mano, per il governo è andata bene. I sì al testo di Alfano sono stati 305 e i no 285. Venti voti di scarto, esattamente quelli dei “Responsabili” pronti a prendere il via come gruppo dopo l’adesione in extremis del finiano Giampiero Catone.
Certo, il voto di mercoledì fa testo fino ad un certo punto: tra i banchi dell’opposizione non c’era, per usare un eufemismo, il tutto esaurito. Al contrario, invece, il governo si è presentato con qualche “pezzo grosso” tra i banchi: da Mariastella Gelmini a Giulio Tremonti, passando per Raffaele Fitto e Ignazio La Russa.
Per Alfano “la maggioranza esce irrobustita” mentre Paolo Bonaiuti esulta: “La maggioranza tiene contro il Pd solo e contro il Pd e il Terzo Polo”. Dai finiani, però, piovono accuse. Per Italo Bocchino, “l’entusiasmo di Alfano e La Russa” ricorda “i suonatori del Titanic” mentre la nave affonda.
