A cinque giorni dalla sua approvazione in Consiglio dei ministri, dopo che lo stesso Giorgio Napolitano aveva sollecitato il governo, il decreto legge è arrivato all’esame del Colle nel pomeriggio.
Da Palazzo Chigi, dicono Pd, Idv e Udc, sarebbe uscita infatti poco piu’ di una bozza del provvedimento, che sarebbe arrivata al Quirinale solo ieri 23 novembre proprio perché prima andava ”riscritta”. ”Quali pressioni” avrà ricevuto il governo, si chiede Dario Franceschini, ”se in cinque giorni non è stato in grado nemmeno di scrivere il decreto?”.
Per il presidente dei deputati democratici è ”una vergogna inaccettabile che, non solo in questo caso, si sia introdotta la prassi che viola ogni regola, per cui il Cdm approva una traccia di decreto che poi nei giorni successivi viene scritto in altre stanze”, come sottolinea anche Pier Ferdinando Casini che parla di ”vulnus istituzionale grave”. Ancora più esplicito l’attacco dell’Italia dei Valori che bolla il ”dl immaginario” come oggetto di un pressing ricattatorio da parte di componenti ben note del Pdl campano”.
A premere con forza per la pubblicazione del decreto anche i i deputati campani del Pd, con un sit-in davanti a Palazzo Chigi. I parlamentari avevano chiesto, e ottenuto, un incontro con il sottosegretario Gianni Letta, per fare chiarezza sul ”decreto fantasma, bloccato per le lotte fra Cosentino e Carfagna”.
In serata, dopo che ”la vergogna istituzionale della mancata definizione del decreto” si è chiusa, ”con un colpevole e ingiustificabile ritardo” i democratici hanno lasciato perdere l’incontro con Letta, aspettando comunque di poter ”valutare” i contenuti del provvedimento. In ogni caso, non è caduta la richiesta al governo di riferire in Aula da parte dei senatori di tutte le opposizioni, insieme a quelli di Mpa e Fli. Proprio il ministro Mara Carfagna, che nei giorni scorsi aveva lanciato il suo ‘j’accuse’ nei confronti della gestione Cosentino del partito nella regione parlando ai suoi collaboratori avrebbe mostrato ”ottimismo” per la possibile soluzione dei problemi politici che aveva sollevato pur premettendo di non aver ancora avuto in mano il testo del decreto.
