ROMA – La maggioranza trova l’intesa sulle riforme e presenta soltanto tre emendamenti.
Al centro dell’intesa, trovata nella notte, c’è la questione elettività dei senatori, questione che ha diviso il Pd per mesi. Ora l’emendamento sintesi stabilisce che i futuri senatori saranno eletti dai consigli regionali che non potranno tuttavia non tenere conto delle scelte compiute dagli elettori al momento del voto. Niente elezione diretta, insomma. E resta da capire come, fattualmente, avverrà la scelta dei cittadini visto che nel testo non si fa riferimento esplicito a nessun listino per i senatori. Il testo dell’emendamento:
“La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge” ordinaria approvata dalle Camere per quanto riguarda l’attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della repubblica tra i consiglieri regionali e i sindaci.
Ma il percorso resta a ostacoli in Senato per l’ostruzionismo record della Lega che di emendamenti ne ha presentati 82 milioni A dirlo è il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli che ai giornalisti ha snocciolato i numeri esatti: “Sono 82.730.460 i miei emendamenti alla Riforma costituzionale. Non ho sentito nessuno della maggioranza avevo segnalato che li avrei presentati”.
Calderoli, per la sua valanga di emendamenti da Guinness dei primati si è servito anche dell’informatica: 200 emendamenti sono stati presentati su supporto cartaceo, i restanti su dvd.
Intanto, nella notte tra il 22 e il 23 settembre, la maggioranza ha raggiunto un accordo e ha depositato ora tre emendamenti al ddl Boschi firmati da Anna Finocchiaro. Oltre alla questione dell’elettività dei senatori si affronta anche il tema delle funzioni del Senato e dei giudici costituzionali. Rimangono invece aperti i nodi del Titolo V e del presidente della Repubblica.
Il nuovo Senato avrà, secondo l’intesa trovata nella maggioranza, “funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica”. E’ questo l’esercizio che si aggiunge alle funzioni che deve svolgere il nuovo Senato, oltre a quello della rappresentazione delle istituzioni territoriali, grazie a uno degli emendamenti Finocchiaro presentati questa mattina al ddl Riforme in Senato. L’emendamento introduce inoltre la possibilità di verificare l’impatto delle politiche del’Unione europea sui territori. Inoltre il nuovo Senato “Concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge e a verificare l’attuazione delle leggi dello Stato”.