ROMA – Il rimpasto di governo per Enrico Letta sembra ormai in arrivo. A rischiare il posto oltre a Nunzia De Girolamo e ad Anna Maria Cancellieri sarebbe anche Enrico Giovannini, reo di aver criticato il Jobs Act di Matteo Renzi. In bilico poi Cecile Kyenge, Carlo Trigilia e si “aggrava” la posizione di Maria Chiara Carrozza, dopo la vicenda dei 150 euro che i professori avrebbero dovuto restituire. Monica Guerzoni sul Corriere della Sera spiega che il “totonomi” dei ministri a rischio dipende anche dal segretario Pd. Il cambio di poltrona infati sembra più vicino per quei ministri poco “allineati” a Renzi.
Il Corriere della Sera scrive:
“Su Enrico Giovannini il leader democratico ha messo una vistosa croce, per aver sollevato il tema delle coperture del Jobs Act. «Il compito dei ministri non è dare giudizi o opinioni, come i professori o gli ospiti dei talk show», ha detto Renzi al Corriere. Il problema è che il ministro del Lavoro ha tutta la stima di Letta, il quale non ha mai manifestato l’intenzione di sostituirlo. Lo stesso discorso vale per Fabrizio Saccomanni, al quale Letta ha affettuosamente rimproverato qualche goffaggine, ma sempre lodando la sua azione di politica economica”.
E al posto del dimissionario Stefano Fassina potrebbe arrivare un “fedelissimo” di Renzi:
«Su Europa, mercati e poteri finanziari Saccomanni è una garanzia » lo difende privatamente il capo del governo, che pensa di colmare qualche incertezza dell’Economia sul piano politico con la sostituzione dell’ex viceministro Stefano Fassina, magari con il consigliere economico del segretario, Yoram Gutgeld”.
Instabile la poltrone della De Girolamo, che non rinuncia al mandato e ribatte “no” a sue eventuali dimissioni, restano a rischio anche le poltrone di Cancellieri, Cecile Kyenge e Carlo Trigilia, mentre il peggio sembra passato per Flavio Zanonato:
“Mentre Flavio Zanonato, dato per giorni in bilico, avrebbe riconquistato qualche posizione nel gradimento del premier. Alfano, Lupi, Franceschini, Orlando, Quagliariello e Moavero sono «blindati». E chi guarda con antipatia a Cecile Kyenge e Carlo Trigilia o attacca da destra Emma Bonino forse non sa quanto Letta li ritenga «strategici»”.
Salva anche Beatrice Lorenzin, nonostante qualcuno suggerisse insistentemente il nome di Mauro Ferrari, mentre la posizione di Maria Chiara Carrozza appare in bilico:
“Percorso inverso per la lettiana Maria Chiara Carrozza, i cui uffici hanno combinato il pasticcio dei 150 euro chiesti indietro agli insegnanti: uno degli scivoloni che più hanno fatto infuriare l’uomo di Palazzo Chigi”.