
ROMA – Sanità italiana: Calabria, Campania, Lazio, Molise, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Piemonte non hanno livelli di assistenza adeguati. Il dato, pubblicato dal Sole 24 Ore, arriva dalla classifica stilata dal ministero della Salute sul rispetto degli adempimenti necessari per assicurare i livelli essenziali di assistenza (Lea).
In regola le altre otto regioni italiane (la verifica non considera infatti le Regioni a statuto speciale che non hanno accesso al Fondo sanitario nazionale): Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Veneto.
Il rapporto del ministero di riferisce ai risultati del 2011 in base ai quali il 1° agosto Governo e Regioni decideranno quali saranno le 3 regioni da prendere come riferimento per applicare i costi standard e spartire i 108 miliardi per il 2013. Di sicuro tra le regioni benchmark ci saranno Umbria ed Emilia Romagna, insieme a Veneto e Lombardia.
Tra i criteri considerati, scrive il Sole 24 Ore, ci sono le tariffe ospedaliere, l’assistenza protesica, l’accesso ai farmaci, il rischio clinico, la sicurezza dei pazienti, la riabilitazione.
Le criticità maggiori si concentrano nelle Regioni in piano di rientro dal disavanzo, in particolare Calabria, Campania e Lazio. Problemi soprattutto nei sistemi informativi per il monitoraggio dell’assistenza e dei dati economici, nell’assistenza domiciliare, nella qualità e nell’appropriatezza delle prestazioni (comprese le liste di attesa).
