Dopo l’allarme bilanci in rosso, ora arrivane le cifre del “buco” nella Sanità per le regioni interessate dal piano di rientro. Questi i numeri da record: Lazio 1,6 miliardi, Calabria e Campania circa 1 miliardo, Molise 110 milioni. In totale 3,7 miliardi di disavanzo strutturale. Le cifre sono state rese note dopo la verifica sui conti effettuata nel tavolo tra le regioni e il ministero dell’Economia il 22 e il 23 marzo scorso. Queste somme tengono conto delle perdite 2009 e di quelle accumulate in precedenti esercizi.
Per il solo 2009 sarebbe necessario reperire coperture per circa 2 miliardi. Tenuto conto del fatto che a parziale copertura di tali somme sono intervenute, in alcuni casi, misure di fiscalità aggiuntiva regionale o il ricorso al fondo transitorio, per il solo deficit della gestione 2009 sarebbe necessario reperire un miliardo per la Calabria, 500 milioni di euro per la Campania, 420 milioni per il Lazio e 67 milioni per il Molise. In sostanza, circa 2 miliardi. La verifica, tra l’altro, fu messa in atto – venne spiegato a marzo – nei confronti delle regioni “potenzialmente interessate all’applicazione della nuova disposizione normativa (scaturita dal nuovo Patto per la salute) relativa alla possibilità straordinariamente concessa a queste Regioni, di utilizzare fondi Fas per ripianare eventuali disavanzi di gestione 2009, in modo da poter evitare il ricorso a un inasprimento dell’aliquota regionale Irpef e della maggiorazione regionale Irap”.
Ma ora il ricorso al Fas (il fondo per le aree sottosviluppate) sembra allontanarsi. Nel Consiglio dei Ministri di oggi, 13 maggio, il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha spiegato ai presidenti delle Regioni interessate che “si è creata una situazione tale in cui non si può consentire di utilizzare i fondi Fas come un bancomat. In altre parole questi fondi devono essere utilizzati non certo per ripianare il deficit ma solo nel momento in cui le Regioni avranno dato concrete dimostrazioni di voler avviare processi di risanamento”. E l’unico modo alternativo, per ripianare il deficit, passerà da nuove tasse.