ROMA – Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti continuerà con i piani di rientro sulla Sanità iniziati sette anni fa, alla fine del governo di Francesco Storace che aveva lasciato un maxi-buco che poi è aumentato sotto la gestione di Piero Marrazzo. Mentre Renata Polverini qualcosa è riuscita a tagliare. Ora però Zingaretti promette tagli, addirittura fino a 400 milioni all’anno.
Lo fa per mascherare il fatto che, oltre all’aumento dell’Irpef regionale che arriverà nel 2015 al record italiano (3,33%), il neo-governatore ha firmato l’aumento del ticket.
Una mossa obbligata, per carità: la Regione deve restituire un anticipo, ottenuto or ora sull’unghia, di 45 milioni di euro, per far fronte alle spese correnti nella Sanità. E poi ci sono i 2,7 miliardi di euro di finanziamenti della Cassa depositi e prestiti, che servono a tenere in piedi la macchina della Sanità laziale (pagare dipendenti, fornitori, servizi).
Mentre il debito della Regione decolla verso i 15 miliardi previsti per il 2015 (ora siamo a 11,8 miliardi), Zingaretti per sistemare il bilancio sanitario deve trovare 150 milioni entro il 2013 e 400 milioni l’anno prossimo.
Ma quelli del governatore – sul giornale amico Repubblica – sembrano non una lista infinita di problema ma un libro dei sogni: tagli e non tasse. Peccato che le tasse sono già realtà, mentre i tagli sono tutti da venire. Scrive Anna Rita Cillis sul dorso locale diretto da Giuseppe Cerasa:
“Tre pilastri e una serie di limature per portare la sanità del Lazio fuori dall’impasse in cui versa da anni e ridare ai cittadini servizi di qualità. Ma il passo fondamentale che spetterà alla Regione per uscire dal piano di rientro è eliminare gli sprechi. Come? Primo, dando una netta sforbiciata ad alcuni costi e razionalizzando la spesa. Ne è certo il governatore Nicola Zingaretti che ieri è stato ascoltato dalla Commissione Sanità del Consiglio Regionale. Un’audizione attesa la sua per conoscere la direzione che il Lazio prenderà per risanare il servizio sanitario territoriale.
«Nei prossimi mesi vanno in scadenza appalti fondamentali, a cominciare da quello sull’energia, che vale 1,3 miliardi. L’obiettivo è di provare a partire come riferimento dai prezzi Consip, per scendere ulteriormente, con una stima di risparmio tra i 300 e i 400 milioni di euro», spiega infatti il governatore nelle vesti di commissario ad acta per la sanità. […] Tra i nodi da sciogliere però c’è anche l’assunzione dei precari storici che hanno vinto il concorso. […] «In sette anni di piani di rientro abbiamo avuto la fuoriuscita di 6.500 dipendenti e solo 500 sono stati sostituiti: il risultato è drammatico », ha ricordato il governatore. Come drammatica, per sua stessa ammissione, è la questione delle liste d’attesa. Per questo il presidente ha annunciato che l’impegno prioritario è di «riproporre la gara per la gestione del Recup, che è in proroga da 11 anni. […] Annunciate poi, entro sei mesi una nuova legge quadro per ridefinire gli aspetti principali del sistema sanitario regionale, e la futura gestione unica, da un punto di vista amministrativo, dei 51 mila dipendenti della sanità. E la rimodulazione dei costi dei ticket sulla base del reddito Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente”.