”Non dategliela vinta, non cadete nella trappola, come negli anni ’70. La violenza รจ un discorso perdente, non credo riguardi gran parte di voi. Ascoltateli e ridete di questi vecchi signori, eterni giovani che hanno fallito con le loro strategie violente. Non so quale รจ la strada ma so quale รจ quella da non prendere. Non lasciamo al governo Berlusconi la possibilitร di reprimere tutto questo come un movimento di violenti”. Roberto Saviano in un’intervista a Repubblica.tv chiede al movimento studentesco di evitare quella che definisce la ”trappola”.
Lo scrittore ha scritto una lettera agli studenti sul quotidiano: ”Il nostro รจ un movimento di singoli con un unico grande progetto: dire basta a questa politica alla vita senza lavoro e che costringe sempre piรน generazioni intere a emigrare. D’improvviso ho visto che tutta la comunicazione รจ stata monopolizzata da scontri, schiacciata dalla vecchia contrapposizione tra violenza e non-violenza. L’assalto al Carabiniere non รจ la lotta al capitalismo. La rabbia non si risolve picchiandosi con un finanziare o infrangere una vetrina”.
Spiega Saviano che ”le nostre voci hanno strumenti fortissimi per arrivare”, non si risolve tutto con ”dagli addosso allo sbirro. Io sono amico degli sbirri e rivendico questa amicizia”. Per lo scrittore le armi porterebbero solo rischi: ”Il rischio รจ che alla prossima manifestazione ci vadano solo quelli con i caschi che รจ esattamente quello che vuole questo governo. Cioรจ poter delegittimare e infangare un movimento, che ha domande da porre. Ma, se si fanno con la violenza, riceveranno solo altra violenza”.
Che fare? ”Io spero tanto che lo capiscano le persone che hanno a cuore le sorti di questo movimento e hanno provato simpatie per gli scontri, conquistare la libertร di esprimersi non รจ una cosa semplice, non รจ una festa o una rissa. L’idea รจ di essere sempre di piรน, sempre di piรน, รจ quello che speravo, con le violenze si sono fatti passi indietro. Non pensare a cosa va di piรน sui giornali”, dice ancora Saviano.