Scajola si difende anche con i ricordi quasi infantili: da piccolo, da figlio di un padre sindaco e da fratello di un altro Scajola sindaco, Alessandro e poi lui da sindaco due volte, sognava quel grande porto che avrebbe riscattato Imperia, il più grande attracco mediterraneo per la Nautica. Sognava il grande porto, il giovane Scajola e quando nel 2005, già ministro delle Attività produttive, gli scatta l’occasione ecco che il gioco è fatto. Sbarca in Riviera il Caltagirone e si allea con la bella Beatrice nel grande progetto che in tanti avevano fallito. Ci aveva provato anche il prode Aldo Spinelli, genovese, ex patron del Genoa e ora del Livorno calcio, uno dei più importanti autotrasportatori del paese, re di porti, retroporti, district park. Ma non ce l’aveva fatta a far decollare Imperia. Cosa contestano i giovani giudici imperiesi all’accoppiata Scajola-Caltagirone, cosa scrivono negli atti per giustificare la accusa di associazione per delinquere? Che Bellavista investe e costruisce in cambio di un ingresso romano nell’operazione di sostegno alla nuova Alitalia.
I giudici Maria Antonia di Lazzario e Alessandro Bogliolo sequestrano, perquisiscono, accusano, in un fuoco artificiale fino a ieri impensabile nella Procura di Imperia, dove il titolare, uno “storico” magistrato genovese, Bernardo Di Mattei, ha appena preso la strada della pensione. E’ un po’ quello che è successo a Sanremo, dopo il pensionamento del giudice Italo Galliano, procuratore capo da un ventennio, pensionato ed ora sostituito da un gruppo di magistrati con un’altra età e un altro temperamento.
Insomma, in Liguria dopo la grande inchiesta sul porto di Genova, arrivata un mese fa a una sentenza che ridimensiona quasi completamente le accuse sostenute per tre anni contro l’ex presidente dell’Autorità portuale Giovanni Novi, si incendia un’altra questione, molto sottile, di leggi che governano la gestione degli scali. Chi decide: il diritto penale o quello amministrativo? Caltagirone e Scajola si difendono, sostenendo che l’accordo tra di loro escludeva il ricorso a una gara pubblica per assegnare i lavori del porto, considerata la preponderanza dell’interesse pubblico. Ma quale associazione per delinquere, sostengono, anche davanti al boom dei costi lievitati mostruosamente, dopo l’assegnazione dei lavori. Il porto poi resterà in secula secolurum al Comune di Imperia.