ROMA – In Senato si sta discutendo e votando una riforma costituzionale. Tra “canguri”, voti segreti e milioni di emendamenti i lavori vanno avanti fino alle 18 di oggi due ottobre. Si dovrebbe votare l’articolo 2 del testo. Il governo ha la maggioranza anche se ha perso qualche pezzetto ma sembra poter portare a casa il voto. Invece dopo le 18 si ferma tutto. E si ferma perché un senatore pensa bene di rivolgersi ad una senatrice mimando, così raccontano altri senatori, il gesto di un rapporto orale.
Il senatore in questione è Lucio Barani (di Ala, gruppo Verdini) e i gestacci sessisti e offensivi sarebbero stati rivolti alla M5S Barbara Lezzi. Scoppia inevitabilmente la bagarre in Aula. Secondo la descrizione che fa dell’accaduto il senatore Aldo di Biagio si sarebbe trattato del mimo di un rapporto di sesso orale. Paola Taverna (M5S) si appella al presidente Grasso affinché intervenga contro Barani e gli faccia chiedere scusa. Molte senatrici prendono la parola contro Barani e Grasso sospende la seduta per capire come si siano svolti i fatti.
Lo stesso Grasso dopo un primo esame allontana Barani dall’Aula in attesa di capirne di più e infliggere, con tutta probabilità, una sanzione molto più pesante. La sensazione, infatti, è che qualcosa sia accaduto. Troppi i senatori infuriati e indignati: c’è chi dà a Barani del “maiale” e chi, invece, gli chiede di togliersi il garofano dal bavero della giacca perché lo porta indegnamente.
A sollevare la questione è stata Paola Taverna (M5s) che ha accusato Barani di aver fatto un gesto osceno verso la collega Barbara Lezzi: “Mi vergogno a rifarlo”, dice con voce alterata e, rivolta a Barani, urla “porco maiale”. Il presidente Grasso chiede allora spiegazioni a Barani, che però nega: “Io solo detto che dopo che avevano interrotto il senatore Falanga, ora lo abbiamo fatto parlare. Se loro lo vogliono interpretare male….vogliono buttarla in rissa. Se è stato interpretato male io mi scuso”.
Ma la vicenda non si chiude qui. Il capogruppo di M5s attacca: “Questa gente quella cosa la riceverebbe davvero fuori di qui, ma dal popolo”. Finalmente Grasso dà la parola a Barbara Lezzi, che indignata, insiste sul gesto “volgare e scurrile” che avrebbe compiuto il capogruppo di Ala. “Quando chiederà scusa, riprenderemo, sennò di Costituzione non si parla. Chieda scusa”.
L’aula è in subbuglio e anche altre senatrici di altri gruppi attaccano Barani. Erika Rossi della Lega spiega di aver visto il gestaccio e invita con fermezza a chiedere scusa. Ma Barani si trincera dietro la propria “onorabilità”: “Non ho fatto alcun gesto”, ripete. A questo punto è Cinzia Bonfrisco, che con Barani ha condiviso la militanza nel Psi, a incalzare: “L’aula deve essere difesa, non deve essere un bivacco. Io prego il senatore Barani di chiedere formalmente scusa per questo gesto inqualificabile”.
E poi alzando il tono della voce lo apostrofa: “E si tolga quel garofano (che Barani porta sempre nel taschino della giacca ndr) che fa rivoltare nella tomba i socialisti. Togliti quel garofano che sei un pagliaccio”. Anche la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli (Pd), stigmatizza l’accaduto e avanza una richiesta a Grasso: “Il Consiglio di presidenza valuti, gesti e parole spesso offensive che in questa aula vengono rivolte alle donne”. Grasso assicura che convocherà il Consiglio di presidenza, luogo deputato per la materia disciplinare, dove “verificare in maniera documentato” l’accaduto. Ma è costretto a sospendere per dieci minuti i lavori per far calmare gli animi.
Barani dal canto suo diffonde una nota in cui abbozza delle scuse mascherate da “malinteso”. “Sono veramente dispiaciuto di ciò che sta accadendo nell’Aula del Senato in ragione di un equivoco ingenerato da alcuni miei gesti istintivi. Con la mano rivolta verso il mio stesso volto invitavo quanti impedivano l’intervento del senatore Falanga ad ingoiare i fascicoli che tanto veementemente stavano sventolando”.