ROMA – Silvia Pasinato, sindaco Pdl di Cassola in Valsugana si è ritrovata per qualche ora candidata per la lista Monti. A sua insaputa, giura. Poi è tornata all’ovile Pdl, di cui è una militante storica, e per il quale correrà anche in quest’ultima tornata elettorale. Cosa è successo, dobbiamo ritenere liste e partiti politici come ascensori, come le porte girevoli del famoso film “sliding doors”, per le quali transitano candidati inconsapevoli (“a propria insaputa” è diventata una categoria politica), in attesa della giusta spinta del destino? Lo sconcerto è d’obbligo, pensando alla virulenza di una campagna elettorale dove, senza esclusioni di colpi, Monti e Berlusconi si contendono gli stessi voti.
E allora, come è stato possibile che ancora fino a venerdì sera il nome Silvia Pasinato comparisse nella Lista Civica per Mario Monti presidente al quinto posto del collegio Veneto 1 per la Camera? Mistero della fede. Lei sostiene di essersi limitata a partecipare a qualche convegno sollecitata da amici e politici di area sensibili alla novità politica introdotta dal professore. Poi qualcuno, a sua insaputa, ha inviato a chi di dovere il suo curriculum, sempre a sua insaputa. “Bastasse questo per entrare in Parlamento, mi sembrerebbe troppo facile”, commenta l’interessata. Già bastasse quello, ma l’esperienza insegna che a volte è bastato anche molto meno. A proposito, il fenomenale curriculum descrive il percorso lavorativo di un funzionario Anas.
Pasinato ora diffida i montiani dall’utilizzare il suo nome. Era ed è del Pdl. Su quell’attimo di smarrimento non aggiunge altro, del resto non c’è nulla di male ad avere “contatti con alcuni esponenti del mondo moderato”. Consapevole o meno, qualcosa andrebbe detto sui criteri di selezione della classe dirigente e di selezione delle liste da parte della neonata Lista Monti. Tutta qui la “listing review” affidata al severo Bondi. Basta inviare un curriculum?
